Istruzione

Stauder: «Scuola, bimbi tedeschi costretti ad andare in periferia»

Il capogruppo Svp in Provincia e l’assessora Ramoser chiedono l’istituzione della commissione paritetica: «Dati allarmanti: alla Goethe e a Gries solo il 30% di bambini tedeschi; alle Pestalozzi si arriva al massimo al 20%»


Antonella Mattioli


BOLZANO. «I numeri purtroppo confermano quelle che sono le preoccupazioni mie e dei genitori: nella scuola tedesca i bambini fanno sempre più fatica ad imparare la madrelingua, perché ci sono troppi italiani e stranieri che arrivano con un bagaglio linguistico che, nella migliore delle ipotesi, è basso, se non addirittura inesistente ». Così l'assessora comunale alla scuola Johanna Ramoser - che ha fatto del diritto ad avere l'insegnamento nella propria madrelingua il suo cavallo di battaglia - dopo l'incontro dell'altra sera con i dirigenti delle scuole primarie (elementari).

I numeri

Ecco dunque gli ultimi dati delle iscrizioni: alla scuola di Gries e alle Goethe i bambini di lingua tedesca sono il 30%; ad Aslago e San Quirino il 30-40%; la situazione peggiore alle Pestalozzi dove si va da 0 al 20%; quella migliore a Rencio dove la percentuale è del 70-80%. «I dirigenti scolastici - spiega l'assessora - mi hanno confermato che con questi numeri e sempre più difficile garantire l'insegnamento nella propria madrelingua previsto dallo Statuto». Il problema è che lo Statuto, che all'articolo 19 lo sancisce, è del 1972; nel frattempo sono passati 52 anni ed è cambiato il mondo. Compresa la società altoatesina dove si mescolano - in particolare a Bolzano - bambini che arrivano da Paesi e culture diverse. In questo quadro, che non è più diviso rigidamente in tre gruppi linguistici ma in continua evoluzione, è molto complicato "difendere" la scuola tedesca. «Bisogna trovare una soluzione - incalza l'assessora -: mercoledì incontrerò l'intendente scolastica Sigrun Falkensteiner. Per chi arriva da fuori e non parla né italiano né tedesco bisogna - ad esempio - pensare a classi di "accoglienza", rispettivamente per elementari e medie, con programmi ad hoc. Oltre che un problema linguistico, abbiamo anche un problema logistico. In certe scuole mancano le aule, perché ci sono troppi iscritti». E la situazione è ancora "peggiore", secondo Ramoser, nelle scuole dell'infanzia: per il 2024-2025 abbiamo 30 bambini in più in quella italiana e 29 in più in quella tedesca. «Con il 73,8% di popolazione italiana, i nuovi iscritti dovrebbe essere soprattutto nella scuola italiana. Non è così perché molti genitori continuano a preferire quella tedesca».

Le emigrazioni

Al fianco dell'assessora Ramoser è sceso in campo con una nota Harald Stauder, capogruppo Svp in consiglio provinciale: «È inaccettabile che le famiglie di Bolzano debbano mandare i figli nelle scuole dei comuni vicini, perché la percentuale di bambini tedeschi nelle scuole tedesche del capoluogo diminuisce di anno in anno e, di conseguenza, ne risentono sia l'apprendimento linguistico che l'integrazione sociale dei nostri bambini». Secondo Ramoser, nell'anno scolastico in corso, sono 25 i bambini tedeschi di Bolzano che frequentano le scuole di Appiano, Frangarto, Settequerce, Terlano.

Le commissione

Sia Ramoser che Stauder chiedono che venga nominata prima possibile la commissione paritetica, prevista dalla legge provinciale, chiamata a valutare - nel caso in cui i colloqui con i genitori non abbiano dato risultati - se un bambino abbia un bagaglio linguistico base che gli consente di seguire le lezioni. Ma dal vicepresidente della Provincia non ché assessore alla scuola Marco Galateo è già arrivato l'aut aut: «Prima più finanziamenti per potenziare l'offerta linguistica nella scuola italiana e poi discutiamo della nomina dei rappresentati italiani nella commissione paritetica».













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