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Troppi bambini italiani nelle scuole tedesche? Kompatscher: «Stop all’ideologia»

«L'obiettivo è sempre lo stesso: come gestiamo la situazione per avere la migliore distribuzione possibile nelle classi e nelle scuole dei diversi gruppi linguistici»



BOLZANO. "Sgombriamo il campo da tanta ideologia. L'obiettivo è sempre lo stesso: come gestiamo la situazione per avere la migliore distribuzione possibile nelle classi e nelle scuole dei diversi gruppi linguistici". Lo ha detto il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, difendendo l'ipotesi di costituire la commissione paritetica per la scuola che deve valutare se un alunno abbia o meno le competenze linguistiche necessarie a seguire le lezioni.

"A Bolzano, il problema è comune alle scuole di tutti i gruppi linguistici - sostiene Kompatscher - Sia nelle scuole italiane, sia in quelle tedesche c'è una bella fetta di alunni che non parla la lingua di insegnamento. Spesso perché è una lingua terza, a volte anche perché è l'altra lingua della provincia. E questa seconda ipotesi si verifica più negli istituti di lingua tedesca che in quelli italiani".

 

Troppi bambini italiani nelle scuole tedesche? Ecco la risposta di Kompatscher

"Sgombriamo il campo da tanta ideologia. L'obiettivo è sempre lo stesso: come gestiamo la situazione per avere la migliore distribuzione possibile nelle classi e nelle scuole dei diversi gruppi linguistici". Lo ha detto il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, difendendo l'ipotesi di costituire la commissione paritetica per la scuola che deve valutare se un alunno abbia o meno le competenze linguistiche necessarie a seguire le lezioni.

"Per questo abbiamo cominciato con la possibilità dei colloqui con le famiglie - prosegue il presidente altoatesino - l'obiettivo non è di passare il problema ad altri, ma di capire la situazione per poterla gestire, per poter eventualmente consigliare soluzioni diverse. Questo vale per le scuole di tutti e tre i gruppi. Perché se si iscrive un bambino in una scuola in cui non capisce la lingua di insegnamento, ne ricevono un danno prima lui e poi anche gli altri".

"Prevedere anche che ci sia una commissione che abbia un po' più di potere, anche in positivo, è una cosa su cui si può ragionare, anche perché è previsto dallo Statuto - osserva ancora Kompatscher - Però, diamo poco aiuto agli insegnanti facendo come se questa fosse la soluzione di tutti i problemi. Soprattutto bisogna prima capire e poi dare sostegno. Ce lo chiedono gli insegnanti. di tutti gli istituti, sia di lingua italiana che tedesca". Sulla costituzione della commissione paritetica, Kompatscher pensa ad un approfondimento: "Lasciate spazio alla politica - dice - di poter discutere prima se la vogliamo applicare, come lo vogliamo fare, in che limiti, in che termini, quando, con che criteri, con quale flessibilità e quant'altro".

 













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