Mobilità

Turisti, i 3/4 arrivano con l’auto. Alfreider: «Ma il futuro sarà il treno»

Lo studio presentato all'Università di Bolzano. L’assessore: più bus, treni e digitalizzazione con info sui cellulari Per l’Ire: clima di fiducia peggiorato. Ebner: Inflazione italiana e situazione economica in Germania impattano sul turismo



BOLZANO. Il problema dell’Alto Adige non è starci. Il problema è arrivarci. Poi, una volta arrivati, anche andarsene. Qui si è stretti tra Scilla - la prospettiva di non più costruire nuove infrastrutture viarie su gomma - e Cariddi, le presenze turistiche sempre in costante crescita. Come stare tra questi due scogli? Con il treno. L’assessore Daniel Alfreider ha citato due numeri: oltre 3/4 degli ospiti arriva in Alto Adige con l’auto privata ma, ed ecco la prospettiva sostenibile, il 40% dei potenziali turisti, sia da nord che da sud, «ormai accetta l’idea di arrivare in treno». Da potenziare anche i bus.

L’indagine congiunta
È una buona base di partenza. Tanto che su questa sono state disegnate le conclusioni di uno studio fatto in sinergia da Provincia, Hgv, l’associazione degli albergatori, Idm e Lub, presentato ieri negli spazi di quest’ultima. Negli ultimi mesi gli uffici del dipartimento provinciale alla Mobilità hanno organizzato un gruppo di lavoro denominato “Accessibilità” il quale, con al centro un esperto, il professor Thomas Bausch, e affiancato dai soggetti istituzionali di cui sopra, ha condotto una indagine a tappeto su dove, come e quando si arriva in Alto Adige, quali criticità incontra ogni arrivo ed ogni partenza, quale tipologia di infrastrutture è in campo e quali, invece, sono da porre sul terreno negli scenari da qui ai prossimi decenni. Con una sola certezza, anzi un paio: che l’A22 resterà quella che è, come pure le strade di accesso intorno, che confluiscono da valli sempre più ingolfate dal traffico, che l’aeroporto servirà ma non potrà mai sopportare tali numeri in crescita, che il tunnel del Brennero è una prospettiva ormai certa, ma non domani, e che il trasporto sostenibile su rotaia avrebbe ampi, pur se non amplissimi margini di crescita.

Dunque è qui che occorrerà puntare. Anche perché, ha sottolineato Alfreider, molto resta da fare in prospettiva. Oltre al Tunnel, anche la variante di Riga e soprattutto la galleria ferroviaria del Virgolo, già agli atti e che aprirà la strada a collegamenti veloci con il meranese. L’assessore ha sottolineato come i contatti tra Provincia e Rfi da un lato e ferrovie germaniche dall’altro, abbia portato già a risultati di buon successo: un Freccia che fa il Milano-Bolzano in poco più di tre ore e un Monaco-Bolzano che compie la tratta in poco meno di quattro. È su questo tavolo che l’impegno dovrà essere raddoppiato in futuro e proprio sulla base del successo di queste due linee dirette e al fatto che esiste una concreta predisposizione dei potenziali ospiti a scegliere il treno. Certo, se si insisterà su due direttrici: la prima è il potenziamento della mobilità sostenibile attraverso politiche e azioni concrete, l’altra è la digitalizzazione. Far comparire immediatamente sul cellulare soluzioni di viaggio, opportunità, app dedicate, intensificare campagne di marketing intorno alla concorrenzialità effettiva del trasporto su rotaia rispetto a quello su gomma.

La stagione arranca
Il clima di fiducia nel settore turistico altoatesino è peggiorato rispetto alla primavera. Questo è quanto emerge dalla rilevazione del Barometro dell’economia conclusa nel mese di giugno dall’Ire, l’Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano. Il clima di fiducia peggiora in particolare tra le imprese attive nella ristorazione e tra i gestori di bar e caffè. In entrambe le branche circa un’impresa su cinque prefigura per quest’anno un risultato d’esercizio insoddisfacente, soprattutto a causa della prevista stagnazione del fatturato. I ristoratori confidano ancora in un aumento, ma lamentano la forte crescita dei costi, ad esempio per quanto riguarda le materie prime alimentari, e il peggioramento delle condizioni di accesso al credito. Tra gennaio e giugno in Alto Adige si sono registrate circa 15,7 milioni di presenze, ovvero il 15,2 percento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’occupazione è cresciuta: nella prima metà dell’anno, il numero medio di occupati del comparto ha superato le 32.000 unità, più 8% rispetto ai primi 6 mesi del 2022. Per il presidente della Camera di commercio Michl Ebner «il calo del potere d'acquisto delle famiglie dovuto all’inflazione e la difficile situazione economica in Germania avranno un impatto anche sul turismo in Alto Adige. Occorre sostenere gli investimenti delle imprese del settore per mantenere la competitività».
P.CA.













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