ACCOGLIENZA

A Lagundo sono in arrivo altri sedici profughi 

Non rientrano nel progetto Sprar ed il paese ospita già due migranti. Si pensa all’edificio ex Anas di via Weingartner, proprio al confine con Merano


di Sara Martinello


LAGUNDO. Sono sedici i profughi in arrivo a Lagundo, come confermato dal sindaco Ulrich Gamper. L’ipotesi più accreditata per la loro sistemazione sarebbe l’ex edificio Anas alle porte del paese, in via Weingartner, praticamente al confine con Merano.

Di fatto, nella loro quotidianità i profughi che dovrebbero arrivare faranno riferimento quindi a Merano - la casa si trova tra l’altro a poco più di seicento metri dall’ex Casa del lavoratore, ora centro d’accoglienza (Cas) gestito dall’associazione Volontarius.

Per via Weingartner non si tratterebbe però del progetto Sprar: come riferisce il responsabile della ripartizione Servizi sociali del Burgraviato Florian Prinoth, «al momento non ci sono piani concreti, non è stato pianificato alcunché. Il progetto Sprar prevede che la sistemazione dei migranti non sia provvisoria. La casa ex Anas, è in stato di abbandono da decenni: andrebbe ristrutturata, prima di poter ospitare persone al suo interno».

Intanto, qualcuno dalla strada ha già intravisto i primi segnali di lavori. «Un’idea sarebbe di mettere dei container all’interno dell’edificio, che in realtà assomiglia più a un garage che a una vera e propria casa» spiega il sindaco Gamper. «Già un anno fa avevamo presentato alla Provincia la richiesta di poter fare qualcosa della casa ex Anas. Ma finché non arrivano risposte, quella dei container pare la soluzione più pratica». Ancora non si sa quando i profughi di quello che potrebbe diventare un Cas arriveranno a Lagundo.

«Pare che la pressione migratoria non sia alta come lo era qualche mese fa, quindi ci si può prendere del tempo per vagliare tutte le singole ipotesi di sistemazione», conclude Gamper. Sempre che non scatti la penalizzazione sui finanziamenti, come rammentato dall’assessore provinciale Arnold Schuler nel corso del recente incontro con l’assessora Martha Stocker, il presidente Arno Kompatscher e il presidente del Consorzio dei Comuni Andreas Schatzer. Diversi Comuni, infatti, chiedono ancora tempo per adeguarsi all’accoglienza dei richiedenti asilo.

Due profughi risiedono già nello Sprar nel vecchio paese, che si aggiunge ai tre di Merano e agli altri sette nel Burgraviato. La differenza tra Sprar e Cas non risiede solo nella non provvisorietà che, come evidenziato da Prinoth, caratterizza i primi. Rispetto ai Centri d’accoglienza straordinaria, che a Merano sono l’ex Casa del lavoratore e Casa Arnika, gli Sprar accolgono soprattutto rifugiati e titolari di protezione, che vengono seguiti da professionisti perché sia favorito un loro inserimento sociale e lavorativo, verso una progressiva autonomia.













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