Country pop “giramondo” Esordisce Giulia Martinelli 

La cantautrice meranese lancia “Wonderlust”, album prodotto da Mattia Mariotti Madrid e San Francisco fanno da sfondo ai racconti in musica della Generation Y


di Jimmy Milanese ; w; Ha gli occhi che guardano verso sogni che spera di realizzare, Giulia Martinelli, giovane cantautrice pop country meranese all’esordio con “Wonderlust”, il suo primo album prodotto dal bolzanino Mattia Mariotti. Sogni che sono il frutto dei tanti viaggi che la venticinquenne ha fatto prima con la famiglia, poi da sola. L’album sarà presentato il 13 aprile al Vintola di Bolzano, anche se sui canali YouTube è già disponibile il singolo “Backup Plan”, un videoclip grazie al quale è già possibile apprezzare il talento della giovane cantautrice.


MERANO. Ha gli occhi che guardano verso sogni che spera di realizzare, Giulia Martinelli, giovane cantautrice pop country meranese all’esordio con “Wonderlust”, il suo primo album prodotto dal bolzanino Mattia Mariotti. Sogni che sono il frutto dei tanti viaggi che la venticinquenne ha fatto prima con la famiglia, poi da sola. L’album sarà presentato il 13 aprile al Vintola di Bolzano, anche se sui canali YouTube è già disponibile il singolo “Backup Plan”, un videoclip grazie al quale è già possibile apprezzare il talento della giovane cantautrice.

Giulia Martinelli e la musica: quando inizia questa storia?

«La sintonia c’è stata fin da quando ero una bambina, forse anche dalla nascita. Successivamente si è sviluppata attraverso corsi di musica e di chitarra, sempre con la voglia di fissare i miei pensieri su un foglio e di portarli con me nei miei tanti viaggi».

Dove, di preciso?

«In Brasile, in Messico, in Grecia, in Spagna, in Thailandia e in tanti altri posti, grazie alla passione dei miei genitori per i viaggi. Ma non da “turista” nel senso più classico della parola, perché si è sempre trattato di viaggi itineranti, per entrare nei posti visitati con gli occhi ben aperti».

Che cosa le hanno lasciato tutte queste esperienze?

«La voglia di ripartire sempre verso una meta e la passione per il country pop americano, come quello di Taylor Swift».

“America” che cosa significa, per lei?

«New York e San Francisco, due città presenti nel mio primo album prodotto e cantato in inglese, la lingua che uso per esprimere i miei sentimenti».

Ce ne può parlare?

«Il titolo è “Wonderlust” e parla delle città che ho visitato, anzi, delle emozioni che ho vissuto in quei posti. Presento me stessa, al ritorno dai viaggi, quando rifletto su quello che ho visto».

Quali sono queste città?

«Bonn, Milano, New York, Madrid e San Francisco. Città diverse che mi hanno dato suggestioni diverse. Ogni città mi ha fatto crescere un po’, perché mi ha dato e tolto qualcosa. Forse questa è la caratteristica della mia musica: descrivere quello che la vita ti offre e ciò che toglie, magari allo stesso tempo, senza che nemmeno te ne accorga».

Non scrive mai in italiano?

«All’inizio lo facevo, ma ho smesso subito. Scrissi una canzone dal titolo “E tu non ci sei”, quando avevo sedici anni. Vidi una ragazza piangere in un parco, ho cercato di capire che cosa le fosse accaduto. Poi sono passata all’inglese, ma non ho mai smesso di cercare di capire».

E quali sono i temi della musica che scrive?

«Nel mio primo album, “Dreamers”, parlo di sogni, di quello che si sogna quando si ha il fuoco negli occhi, degli obiettivi da raggiungere e delle persone che mi rendo conto di attirare e dalle quali sono attratta, appunto: persone che sanno sognare».

Altri brani ai quali è legata?

«Sicuramente “Something in Between”, che nell’album in uscita è associato alla città di San Francisco. Lì ci sono io, sempre un po’ nel mezzo, una ragazza che si sveglia col desiderio di realizzare un sogno, ma che magari si sente inadeguata al posto o alla situazione. Gli alti e bassi della vita, ecco, ho parlato di quelli».

Sembra un po’ delusa dalla vita. È così?

«No, non proprio, anche se a volte mi rendo conto che sia difficile starmi dietro, perché viaggio e corro a mille all’ora».

È alla ricerca più di qualcosa o di qualcuno?

«Sono alla ricerca... Ad esempio, nel brano “Dear You”, che fa da lancio al mio album, e qui ero a Madrid, scrivo una lettera a una persona che ancora non ho conosciuto. Le spiego che non è facile tenermi per mano. Non ho bisogno di qualcuno, se ci penso, in un certo senso mi basto, ma se un giorno arriverà qualcuno al mio fianco, ecco, saprà che quella canzone è stata scritta per lui».

Che cosa sogna di potere fare nel suo prossimo futuro?

«Sogno di vivere circondata dalla musica e dalla cultura».

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