I campioni dello sci e il grattacielo: libro su «Merano 2000» 

Dalle idee visionarie di Trojer agli scampati fallimenti Le alterne vicende del frequentato comprensorio sciistico


di Ezio Danieli


AVELENGO. Merano 2000 è raccontato in un bel libro che, attraverso volti e vicende, racconta la storia della zona sciistica che festeggia i suoi primi 50 anni. Questo volume si propone di trasmettere non solo i fatti, ma anche e soprattutto le emozioni legate a Merano 2000. La fotografa Elisabeth Hölzl e la scrittrice Jutta Telser sono riuscite a dare un volto e una voce a 44 uomini e donne che guardano alla “montagna di casa” partendo da prospettive diverse, con sguardo critico oppure nostalgico, con fierezza oppure con umorismo, facendo comunque sempre trasparire un forte coinvolgimento personale. Non mancano i ritratti dei soci fondatori, dei politici che sono stati vicini a Merano 2000 (come gli ex sindaci Franz Alber e Günther Januth), degli sportivi che hanno "saggiato" le nevi prima di "esplodere" nell'agonismo (Morena Galizio e Omar Visintin fra i vari), dei maestri di sci che stanno continuando l'attività (come Pino Rossi) ai tecnici sempre attenti a Merano 2000 (l'ex direttore Franz Pixner) fino ai presidenti che si sono succeduti negli anni (Walter Weger per citarne solo uno). Non mancano le curiosità come la battaglia (vinta) contro l'idea di costruire a Merano 2000 un grattacielo.

Fin dal sottotitolo ci si trova immediatamente catapultati nel cuore delle particolari vicende che hanno segnato la nascita e la crescita del comprensorio. “Dalle palme alle piste da sci…” era ed è la visione attorno a cui ruota l’intera, avvincente storia di Merano 2000, in 50 anni ne ha viste davvero di tutti i colori: assi dello sci cresciuti sulle piste di casa, funivie futuristiche costruite in tempi brevissimi, un attentato dinamitardo a cui fare fronte, originali gare di sci diventate presto tradizione. Ci sono stati gravi incidenti e grandi vittorie, un turismo crescente da sostenere e incentivazioni. C’è stata, sempre, la ricerca di un equilibrio tra uomo e natura, tra contadini e gestori di impianti, tra operatori turistici e sportivi, tra albergatori e amministratori.

Il comprensorio sciistico e ricreativo sull’altopiano di Avelengo deve il suo nome al suo geniale e sfortunato “inventore”, Hans Trojer, che nel 1968, dopo l’inaugurazione della prima funivia che dalla Naif portava al Piffinger Köpfl, battezzò con il dinamico nome di “Merano 2000” la sua visione di un grandioso carosello sciistico che doveva arrivare fino in Val Sarentino e disporre di una pista d’atterraggio per aerei e di un avveniristico grattacielo. Il nome è rimasto, anche se molti dei piani di Trojer non furono realizzati e la piccola zona sciistica sotto il Monte Ivigna si trovò più volte sull’orlo del fallimento. Merano 2000 e i suoi sostenitori sono però sempre riusciti, anche in circostanze avverse, a mobilitare i Comuni, le associazioni e la popolazione perché investissero nel futuro del comprensorio. Basti pensare all’accorato appello con cui l’allora presidente della Società Funivie Ivigna Spa, Franz Ladurner - insieme al sindaco, all’Azienda di soggiorno, agli albergatori, allo Sportclub e all’Asm - il 1 ottobre del 1982 si rivolse ai meranesi: «Concittadini, salvate il comprensorio sciistico di Merano 2000!». Operazione riuscita.

Ora, con il libro "Volti e vicende di Merano 2000" la società - presieduta da Sonja Pircher Giralt - rende un pubblico ringraziamento a tutti coloro che hanno creduto a Merano 2000.













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