il dramma a merano

L’addio della mamma a Thiago: «Il suo sorriso era il mio sole» 

Avrebbe compiuto 9 anni il 19 ottobre, un male incurabile se l’è portato via in pochi giorni dalla diagnosi. Frequentava le De Amicis e giocava nell’Olimpia Merano: i suoi compagni gli hanno dedicato una commovente coreografia sul campo. La madre: «Grande umanità fra medici e sanitari» 



MERANO. «Era il mio sole. Il suo sorriso e i suoi occhi bellissimi catturavano il cuore di tutti». Vanessa Perez è una mamma forte. Il suo Thiago Gonzalez, nove anni da compiere, se n’è andato pochi giorni fa. La dolcezza e la voglia di vivere di un bambino delle elementari trafitte senza preavviso da un destino ferale che si era insinuato, silenzioso e subdolo, nel suo corpo da bambino.

Vanessa è forte e racconta per ricordare suo figlio e per ringraziare chi ha provato fino all’ultimo a curarlo. Ma tutto è andato così veloce, dannatamente veloce, da togliere il fiato. Sabato scorso Thiago sta male, rigetta. La madre intuisce che è qualcosa di anormale. Lo porta al pronto soccorso di Merano, trova ascolto. Esami approfonditi. Si capisce che la situazione è seria. Il trasferimento a Verona in elicottero, lunedì l’intervento chirurgico. La massa tumorale maligna in testa è ormai progredita oltre le possibilità di cura. Thiago, che all’ospedale scaligero era entrato sulle sue gambe, martedì è in coma. Due giorni dopo, il piccolo uomo è costretto ad arrendersi.

Umanità.

Frequentava le elementari De Amicis a Maia Alta, e aveva da poco cominciato a giocare a calcio in una squadra, che è una grande famiglia, quella dell’Olimpia Merano. Il club bianconero ha reso omaggio alla memoria del compagno che da poco si era aggregato al gruppo, con una coreografia commovente realizzata sul campo venerdì scorso. Il nome di Thiago, colorato come il suo carattere, e un grande cuore.

Mamma Vanessa, italiana di origine colombiana con altre due figlie, madre single che si è trasferita a Merano dallo scorso gennaio, trova le energie per raccontare le ultime ore del figlio. Il ricordo, la forza di setacciare le parole è animato da un messaggio: in un percorso così tragico, fa affiorare tanta umanità. «Se non fosse per i medici e in coloro che ci hanno appoggiato, Thiago probabilmente sarebbe morto a casa. E invece è stato fatto tutto il possibile per salvarlo. Per aiutarci. Sono stata ascoltata e compresa sin da subito, e mi sento in dovere di ringraziare in particolare la dottoressa Anna De Magistris» del team di pediatria del Tappeiner. «Ho riscontrato, in chi ci ha assistiti, un’incredibile sensibilità e professionalità».

È sabato. Pochi giorni prima Thiago ha ottenuto l’idoneità sportiva per l’attività calcistica. È sempre stato un bambino sano. Mai nessun segnale di quanto stava accadendo. Ma quello giorno rigetta. «Non era pallido, non aveva particolari sintomi». Il fatto preoccupa la mamma che porta il figlio al pronto soccorso meranese. Trova ascolto. Dopo i primi esami, l’oculista scorge che qualcosa non va. È sottoposto alla risonanza magnetica. E viene riscontrato il male. L’ospedale contatta Padova e Verona, si trova disponibilità nel nosocomio scaligero. Parte l’elicottero, fra angoscia e speranze. Lunedì Thiago viene operato, ma il responso è drammatico. Viene avvisato il padre, residente a Londra. Tre giorni dopo, Thiago lascia questo mondo. Il funerale ieri alle 13.45 al cimitero di via San Giuseppe.

Avrebbe compiuto 9 anni il 19 ottobre. «Merano ci aveva accolto a braccia aperte, e lui si era fatto subito benvolere. La scuola, la squadra di calcio, aveva conquistato tutti». SIM













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