La città è in fiore ma i meranesi restano a casa 

La giornata festiva. Passeggiata Tappeiner pressoché deserta e ancora qualche ritrosia nell’uscire per godere del paesaggio Atmosfera surreale tra mascherine e obbligo di distanziamento



Merano. Sarà stato per via del tempo che per tutta la giornata di ieri ha nascosto il sole dietro le nuvole, con una mattinata alquanto fredda, ma i meranesi per la festa della Liberazione hanno deciso di rimanere a casa. Complici gli annunci che i controlli sul distanziamento sociale sarebbero stati intensificati nel corso del finesettimana, ecco che le passeggiate ieri mattina e in parte anche nel pomeriggio non sono state prese d’assalto dai meranesi.

A dire il vero, in città non sono certo mancate le famiglie e i molti in giro con i propri cani, ma tutto sommato è l’obbligo del distanziamento sociale e di indossare la mascherina protettiva che ha trasformato questa ricorrenza in una giornata di passeggiate silenziose. Una festa della Liberazione per la prima volta priva di manifestazioni pubbliche e in una città che di giornata di festa proprio non aveva nulla, tranne la serrata di tutti i negozi.

A fronte di questo clima, nei giorni scorsi grande è stato il lavoro delle giardinerie comunali le quali, come al solito, con l’arrivo della primavera si danno un gran da fare per adornare la città. Uno spettacolo di colori per pochi, purtroppo. Neppure la recente riapertura delle Tappeiner, a esclusione del tratto interessato dai lavori, e forse anche per questo, sembra aver riscosso un grande successo: rimane complesso il distanziamento sociale negli stretti tornanti del percorso regalato alla città a fine ottocento da Franz Tappeiner. Quello che si è potuto notare e che rischia di essere il leitmotiv degli amanti del passeggio per ancora molto tempo è lo zigzagare delle persone, le quali, quando si incrociano, ormai sono abituate a prendere le distanze le une dalle altre. Con sguardi che cercano di comprendere se sotto la mascherina ci sia una persona conosciuta. Vietati gli assembramenti di persone, con i busti degli ex sindaci di Merano a dare il bell'esempio, sotto le loro mascherine i meranesi ieri si sono salutati per passare oltre, magari soffermandosi a fotografare le bellezze della natura in fiore o abbandonandosi a leggere un libro in solitaria sulle panchine. A 75 anni dalla Liberazione dalla dittatura nazifascista, è come se l’attesa ora sia quella di liberarsi dalle mascherine e da quei fastidiosi tre metri di distanza. J.M.













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