La crisi dell’ippodromo approda in Parlamento  

L’impianto ippico. Interrogazione della deputata Caretta (FdI) che chiama in causa  la ministra Bellanova: «Maia merita il giusto riconoscimento». Appoggio dal mondo Haflinger



Merano. Il grido d’aiuto lanciato dalla merano galoppo, provata dalla situazione contingente (anche oggi corse a porte chiuse, in barba a ogni logica, e quindi nessun ritorno in termini di incassi e un rimbalzo d’immagine limitato alle immagini televisive o in streaming), continua a sortire i suoi effetti. mentre sui social la sollevazione popolare a sostegno di maia è trasversale e in prima linea si sono schierati anche i protagonisti delle corse sportive degli haflinger, e quindi il mondo di madrelingua tedesca, la questione rimbalza in parlamento con un’interrogazione a risposta scritta.

Reazioni.

In queste condizioni, il deficit per sostenere la stagione è insostenibile, hanno chiarito i vertici della Merano Galoppo nei giorni scorsi. Mentre a livello locale, stando alle dichiarazioni, si sta lavorando per trovare l’appoggio alla società di gestione senza il quale il 5 luglio il presidente Giovanni Martone ha asserito che potrebbe riconsegnare le chiavi dell’impianto al Comune, anche a livello nazionale le acque si stanno muovendo. Da un lato, tanti i messaggi di solidarietà nei confronti di Maia. Dall’altro l’approdo del tema in via ufficiale alla Camera. «L’ippodromo di Merano, una struttura d’eccellenza del comparto ippico nazionale, rischia di cessare definitivamente l’attività se anche quest’anno i parametri adottati per la quantificazione delle sovvenzioni ministeriali agli ippodromi non terranno conto delle peculiarità del settore», specifica in una nota la deputata di Fratelli d’Italia Maria Cristina Caretta, componente della Commissione agricoltura di Montecitorio, che dopo un’analisi della situazione con il consigliere provinciale Alessandro Urzì ha depositato un’interrogazione a risposta scritta in Parlamento.

Ministero, ci sei?

L’onorevole Caretta ha chiesto alla ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova se sia informata di quanto sta accadendo alla struttura ippica meranese e se intenda individuare già per l'anno in corso un differente modello di erogazione delle sovvenzioni agli ippodromi mediante l'introduzione di specifici parametri che partendo dalla distinzione tra le diverse specialità del settore (galoppo-trotto-ostacoli) possano provvedere ad un maggior sostegno degli impianti di eccellenza dediti alle corse dei cavalli ad ostacoli come Maia.

«I parametri alla base delle convenzioni di natura economica che il Mipaaf stabilisce con le società che gestiscono gli ippodromi - scrive Cristina Caretta nell’interrogazione - risultano risalire al cosiddetto “modello Deloitte”, che pur scaduto nel 2008 risulterebbe da allora protratto in costante deroga con criteri di identificazione dei corrispettivi economici a favore delle società di gestione che non tengono adeguatamente in considerazione il differente contributo che ogni singolo ippodromo può offrire per il rilancio del comparto ippico sia sotto il profilo dell’attività agonistica che in termini di sviluppo economico, occupazionale e di interazione con il territorio. L’ippodromo di Merano costituisce in tal senso il principale impianto nazionale non solo per le corse ad ostacoli ma anche come centro di allenamento per la preparazione e l’addestramento dei cavalli purosangue di questo particolare settore che solo grazie all’impulso positivo generato dal rilancio dell’impianto altoatesino ha saputo uscire dal grave impasse in cui versava una decina di anni fa. Le spese e gli oneri di gestione - conclude Caretta - di un centro di allenamento e di un ippodromo dove si effettuano le corse ad ostacoli sono di gran lunga più impegnative di analoghe strutture dedite alle corse al trotto e al galoppo».

Merano chiama Roma. Si attende una risposta.















Altre notizie

Attualità