La Merano degli scacchi portata a teatro dagli Abba 

Il musical. È andato in scena a Mosca “Chess”, il musical del 1984 con una canzone ispirata al mitico incontro tra Karpov e Korčnoj Nel 1986 l’approdo nel West End, a Londra, con le mele “venostane” distribuite agli spettatori dopo l’esibizione del gruppo pop svedese


Jimmy Milanese


Merano. «Illumina il cuore che si sofferma a Merano. Le Terme, No. In questa dolce metropoli, beatitudine mentale e fisica!». Sono, questi, alcuni versi del musical “Chess”: concept album uscito nel 1984 e rappresentato al Coliseum di Londra, ma anche a Broadway o Mosca e che vede la nostra città protagonista assoluta. Il motivo? Tanto per cominciare, il musical venne scritto a due mani nientemeno che da Benny Andersson e Björn Ulvaeus degli Abba con testi di Tim Rice, già autore di Jesus Christ Superstar.

Dalla partita al musical.

Per il musical – allora non certo un grande successo di pubblico nonostante le tre candidature al prestigioso “Laurence Oliver Award” – venne composto anche il famosissimo brano “One Night in Bangkok” interpretato da Murray Head: hit in testa alle classifiche di tutto il mondo nell’anno 1984. Ad ogni modo, il musical “Chess”, andato in scena all’Mdm Theatre di Mosca il mese scorso, si ispira a quella edizione del campionato mondiale di scacchi del 1981 tra Anatolij Karpov, campione russo in carica, e lo sfidante russo, esule e quindi naturalizzato svizzero Viktor Korčnoj. L’incontro si svolse alle vecchie Terme di Merano, con inizio il primo ottobre 1981 e conclusione il 19 novembre con la vittoria di Karpov.

Due ospiti importanti.

Era dal 1948 che il campionato mondiale di scacchi non si svolgeva fuori dai confini dell’Unione Sovietica, e in città arrivarono media da tutto il mondo. In quell’autunno del 1981 in città c’erano anche un paio di componenti degli Abba, giunti privatamente in Alto Adige per qualche sciata nella località di Solda, anche se a causa di un’eccezionale carenza di neve i due membri del celebre gruppo svedese rimasero confinati nel loro hotel dove conobbero, tra gli altri, lo scrittore spagnolo Fernando Arrabal, oggi considerato l’unico sopravvissuto delle “tre reincarnazioni della modernità”, dopo la morte di Andy Warhol e Tristan Tzara.

«Ho assistito a Merano nel 1981 all’intero campionato del mondo di scacchi tra Korčnoj e Karpov, partecipando poi al film di “The Great Chess Movie” del regista canadese Gilles Carles con Bobby Fischer, Viktor Korčnoj e Anatoly Karpov, oltre ad essere un amico intimo di Anni-Frid Lyngstad e Agnetha Fältskog, con le quali a Merano ho condiviso momenti indimenticabili», ci spiega Arrabal, ricordando quei giorni in città assieme alle due voci degli Abba.

Da lì, in seguito a questa vacanza, dopo una confronto tra Anny-Fry e Agneta e i due altri componenti degli Abba, è nata l’idea di questo musical ambientato nello scacchiere internazionale dell’epoca che vedeva il blocco sovietico contrapposto a quello americano. Il gioco degli scacchi, con le sfide tra l’americano Bobby Fischer e il franco-russo Boris Spasskij, costituiva una perfetta rappresentazione della situazione geopolitica dell’epoca, in un mondo diviso proprio in “bianchi” e “neri”.

Tra Urss, Merano e Bangkok.

Un musical in due atti, quindi, il primo ambientato a Merano, il secondo a Bangkok, capitale della Thailandia. Tra i personaggi protagonisti, da una parte c’è Freddie Trumper, campione statunitense poco incline ad accettare sconfitte e capace di un odio viscerale verso i russi. Dall’altra, Anatoly Sergievsky, campione russo che a un certo punto proprio a Merano decide di disertare, nonostante la sua famiglia sia tenuta prigioniera in Unione Sovietica (esattamente come nel 1981 accadde a Korčnoj, il quale arrivò in città con passaporto svizzero dopo avere disertato).

Alla fine, il musical racconta di una campione russo che finisce per tradire la moglie con Florence Vassy, ex amante ungherese di Trumper. Il musical approda il 14 maggio del 1986 al Prince Edward Theatre nel mitico West End di Londra, trasferendosi a Broadway due anni dopo. Anche in città la Showtime di Roland Barbacovi ne curò una produzione, qualche anno fa.

Come andò lo spettacolo.

Come detto, allora la critica non ne parlò in modo entusiasta, nonostante l’idea di fondo fosse molto suggestiva, con quell’inizio nel quale il presidente della Federazione internazionale di scacchi annunciava che la finale dell’edizione del 1981 del campionato mondiale di scacchi si sarebbe svolta proprio a Merano.

In quei giorni a Londra viveva Angela Roberts, la quale anni dopo si sarebbe trasferita a vivere proprio qui in città. «Ricordo quel musical abbastanza bene, perché lo vidi a Londra assieme ai miei genitori e devo dire che non fu un grande successo. Al bar e nel foyer, durante l’intervallo, la gente, confusa, si faceva domande su quegli italiani strani che indossavano Lederhosen e cantavano Jodel delle montagne con tutti quei meli sullo sfondo. Quando siamo usciti dal teatro, alla fine dello spettacolo, appunto, ci siamo accorti che alcune belle ragazze stavano distribuendo mele agli spettatori. Ho dovuto allontanare il mio compagno di allora, non perché gli piacessero così tanto le mele, ma perché le ragazze erano alquanto affascinanti», ricorda Roberts. Ragazze piazzate lì non certo a caso, se si va a leggere il testo del musical, che recita: «Prendetevi il tempo di assaggiarci, vi daremo un benvenuto tipicamente tirolese, ora siamo italiane, una volta eravamo tedesche e il confine continua a spostarsi, ma che sballo quando mi aggiro tra le montagne di Merano». Insomma, un musical ispirato dalla guerra fredda e da quella partita di scacchi alle Terme seguita dai media di tutto il mondo, in una città che già nei suoi Kreuzer – monete meranesi di metà Trecento – aveva incisa una scacchiera, a testimonianza della passione di una città per quello che viene definito ironicamente “Il gioco più violento al mondo”.













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