Malati di cancro, mancano volontari per aiutarli
Associazione tumori Alto Adige. L’appello di Oskar Asam, presidente del gruppo meranese «C’è un calo di partecipazione alle attività: possiamo contare solo su una manciata di soci»
Merano. La sezione circondariale di Merano dell’Associazione tumori dell’Alto Adige, sollecita gli iscritti ad una partecipazione più attiva alle molteplici iniziative del gruppo. L’invito ad un coinvolgimento più incisivo, viene dallo stesso presidente del circondario meranese, Oskar Asam, che ha preso atto con rammarico di aver sentito indebolirsi quel genuino senso di appartenenza che fino a due anni fa dava slancio e dinamismo al sodalizio.
«In questi ultimi mesi – sottolinea il timoniere del gruppo – in particolare da parte degli iscritti di lingua italiana, ho notato un certo calo di partecipazione agli impegni dell’associazione. Una flessione – aggiunge Oskar Asam - in parte dovuta all’inevitabile mancanza di un ricambio generazionale, ma credo anche dovuto a quello che potremmo definire il… senso di appartenenza. Un fenomeno che, a mio avviso – rileva ancora il presidente - si è acutizzato dopo la scomparsa dell’indimenticabile quanto dinamica socia Bruna Weber, la cui istintiva empatia innescava, sempre con straordinaria efficacia, il coinvolgimento attivo dei soci».
I mercatini delle pulci che costituiscono una delle attività primarie e più impegnative dell’associazione, proprio a causa di questo calo di attenzione tra i 100 iscritti effettivamente operativi del gruppo, possono in realtà contare solo sulla collaborazione di una sparuta manciata di soci. «Si tratta in sostanza – aggiunge la vicepresidente Roberta Melosi - di una decina di iscritti che si impegnano, non poco, per organizzare e quindi gestire le bancarelle del mercatino di piazza del Grano, attività grazie alla quale viene finanziata gran parte dell’attività di aiuto alle famiglie bisognose colpite dalla malattia».
Un mercatino delle pulci, quello dell’Associazione tumori, dove dissetare la sete di altruismo, ridando vita, spesso solo con una manciata di spiccioli o poco più, a oggetti di ieri dimenticati in cantina o in soffitta, tendendo una mano, con un gesto che scalda il cuore, verso i meno fortunati. E.D.