gli ambientalisti

«Merano 2000 non deve diventare un luna park» 

AmUm all’attacco della giunta comunale e della gestione del comprensorio. «Innovazioni in serie e disboscamenti: proclami per la tutela del clima, ma nei fatti è tutt’altro»



MERANO. «La montagna dei meranesi e delle meranesi ha subito negli ultimi anni una profonda e rapida trasformazione». L’associazione ambientalista AmUm, sodalizio giovane ma molto attivo su parecchi fronti, chiede più sostenibilità ed un’inversione di marcia sulla gestione del comprensorio del quale il Comune meranese detiene il 64%. Tenendo conto anche «delle preziose zone umide di Falzeben».

AmUm traccia una retropettiva degli interventi più recenti. «Nel 2006 viene inaugurato l’Alpin bob. Un “serpentone” di metallo che si dipana tra i boschi. Come un luna park, ma nel bosco. Nel 2010 è stata poi sostituita la funivia, con conseguente ampliamento del parcheggio a valle. Nel 2018 la realizzazione della pista di allenamento Wallpach e della nuova seggiovia a 6 posti: vasto disboscamento dal ristorante Piffinger Köpfl in giù, per allargare fino a 40 metri l’“intermedia” e realizzare due sottopassi, pedonale e sciistico. A seguire, dal 2021 il “bacino idrico pluriuso” (innevamento, antincendio e irrigazione) sostituisce un intero bosco, mentre nel 2022 si realizza la cabinovia a 10 posti Naifjoch con piattaforma panoramica sul giogo Naif». Ultimo in ordine di tempo, nella primavera di quest’anno, nel tratto fra il rifugio Zuegg e Falzeben, «ampliamento della pista fino a circa 5 metri. Le motivazioni, secondo il neopresidente Zanier, erano la sicurezza, le richieste delle scuole di sci e la necessità di più spazio per gli sci alpinisti, per i quali è stata creata una corsia apposita. Nell’occasione sono stati rifatti i collegamenti per l’impianto di innevamento artificiale, la corrente e l’acqua. Questo nuovo impianto potrà innevare anche la corsia per gli sci alpinisti, oltre a quella per le slitte e la pista da sci, tutto contemporaneamente. Cosa che l’impianto precedente non permetteva».

La serie di innovazioni si conclude con l’annuncio, poche settimane fa, con cui la giunta spiega che dalla prossima stagione sciistica un impianto di innevamento programmato permetterà di praticare lo sci di fondo in qualsiasi condizione. «Grazie alle nuove tubature realizzate per l’ampliamento della pista Falzeben, si porterà la “neve tecnica” ad una quota ancora inferiore, a 1600 metri, fino all’anello di fondo che parte di fronte all’hotel Falzeben. Nel suo percorso, lungo 3 km, la pista attraversa la più grande delle quattro “zone umide” di Falzeben, preziosa per la sua biodiversità e che dovrebbe essere posta sotto tutela», oserva Ingrid Karlegger di AmUm. «Negli ultimi anni Merano 2000 Funivie Spa ha praticato una politica molto aggressiva - sottolinea l’associazione in una nota - cercando di rendere il comprensorio più attrattivo. Condividiamo questo obiettivo, ma crediamo che esistano altri modi per farlo, meno dannosi per l’ambiente. Mantenere in vita lo sci a quote così basse, fin sotto Falzeben, ci sembra del tutto anacronistico. Manca una visione lungimirante della montagna come risorsa, anche turistica. Non si può ignorare il cambiamento climatico, anche se si ha un bilancio da far quadrare».

Gli ambientalisti temono che le indicazioni riportate dal Piano municipale d’azione per l’energia sostenibile ed il clima (Secap), nonché dal Piano clima 2040 provinciale e dalla legge europea sulla rinaturalizzazione restino lettera morta. «Da un lato grandi proclami, a tutti i livelli, a proposito della mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, anche attraverso il risparmio energetico e idrico, dall’altra parte disboscamento e impianti per la neve artificiale con conseguente grande consumo di risorse, senza nemmeno un accenno ad eventuali misure di compensazione locali. Serve più coerenza» ribadisce Carla Molinari, la presidente dell'associazione meranese.

Concludono i membri del direttivo di AmUm: «È necessario operare scelte coraggiose, in controtendenza con il turismo di massa generato negli ultimi anni. Incontriamo sempre più meranesi che hanno smesso di frequentare Merano 2000 perché troppo affollata e sfigurata, oltre a chi lo fa per coerenza ambientale. Si dovrebbe invece pensare a proteggere maggiormente l'ambiente, magari trasformando in biotopo la zona umida di Falzeben».

 













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