Nuova consulta giovani, elezioni flop: solo 70 voti 

Fallisce il rilancio dell’organismo che rappresenta la gioventù meranese In netto calo anche il numero di candidati: 9 ragazzi, tre anni fa erano 21


di Sara Martinello


MERANO. L’affluenza alle urne per l’elezione della consulta giovani del Comune di Merano registra un sonoro flop. Soltanto settanta le indicazioni di voto pervenute, comprese le cinque schede escluse dal conteggio perché ritenute nulle. Un Natale agrodolce per sette dei nove candidati, quelli eletti per il triennio 2018-2021, che dopo lo scorno di un’urna semivuota si dovranno rimboccare le maniche per contribuire a riattivare la partecipazione alla vita politica da parte dei loro coetanei. In loro soccorso arriverà, a breve, la promessa aula studio al Coworking della Memoria di via Foscolo.

La fase di rinnovo della consulta giovani del Comune di Merano ha visto concludersi il suo primo atto, quello dell’elezione diretta dei propri rappresentanti da parte dei giovani meranesi, dai 14 ai 26 anni, invitati recentemente al voto. Nove i candidati che si erano presentati per rinnovare la propria partecipazione alla consulta o per affacciarsi per la prima volta a questo impegno. Di questi sono sette i componenti del nuovo direttivo: Daniele Di Lucrezia, di nuovo presidente, e la sua vice Nabila Joarder, e poi Francesco Tirello, Marzia Bertolini, Sabrina Paulisch, Renato Dalla Zuanna e Miruna Andrei. A loro si affiancheranno i ragazzi designati dalle scuole, dalle associazioni giovanili e dai centri giovani. Ma restano quei settanta voti, il boccone amaro da mandar giù, cercando di fare del proprio meglio, nei prossimi tre anni, per ridestare in qualche modo l’interesse nei confronti dell’organo.

Deluso Di Lucrezia, che dopo le consultazioni con gli altri membri tira le somme delle elezioni. La pubblicità elettorale c’è stata, tra i canali più istituzionali e quelli social, come Facebook o il più “giovane” Instagram. «In realtà avevamo avuto un sentore di come sarebbe andata già vedendo la scarsa partecipazione all’incontro preelettorale nella sala civica – spiega il presidente della consulta – e sappiamo che parte del problema risiede nel ristretto numero di candidati. Eravamo nove, contro i ventuno di tre anni fa. In più bisogna considerare i modi del voto: nel 2015 si votava all’aperto, in via Cassa di Risparmio, mentre quest’anno gli elettori hanno dovuto raggiungere la sala giunta del municipio, un posto poco conosciuto per la maggior parte di loro». Della poca agibilità di uno spazio così poco calcato dai più giovani e così connotato come un palazzo “da adulti” i candidati avevano già discusso a lungo, cercando alternative. «Avevamo anche pensato di andare nelle scuole – prosegue Di Lucrezia –, ma poi è prevalso un discorso di fondo: chi ci tiene, a votare ci va». È stata esclusa anche l’idea del voto online che ha preso piede in molte università italiane, ma che richiede il lavoro di uno sviluppatore web.

A commentare il dato dell’affluenza interviene anche il vicesindaco Andrea Rossi: «La disaffezione al voto che caratterizza il mondo degli adulti, vuoi nelle consultazioni ufficiali, vuoi nella chiamata alle urne per i comitati di quartiere, si è purtroppo riflessa anche sui giovani della nostra città, una parte dei quali mostra scarso interesse nei confronti dei temi della politica e della vita democratica. La partecipazione della generazione più giovane ai processi della democrazia è però una sfida centrale nella formazione ai valori fondanti della nostra società. Come amministrazione comunale intendiamo, anche in sinergia con la consulta giovani, continuare a impegnarci per garantire ai più giovani concittadini la possibilità e il diritto di compartecipare alle decisioni che riguardano la nostra comunità».

E se quelle settanta schede fossero il risultato di un sentimento di distacco nei confronti del presidente uscente (e candidato) Di Lucrezia, già tra le fila del Partito Democratico alle ultime provinciali? «Ho sempre tenuto ben distinto l’impegno nel partito e quello nella consulta, e in realtà molti del direttivo fanno riferimento a un partito o a un altro, esattamente come me. Mi sono ricandidato per dare una mano dall’interno a chi sarebbe venuto dopo di me», precisa Di Lucrezia. «E se avessi la risposta al crollo della partecipazione non sarebbe andata così», sorride. Nel mese di gennaio avrà infine luogo l'ultimo atto della consulta uscente: un momento, interno e pubblico insieme, di bilancio sulle molte iniziative realizzate e sui progetti ideati e lasciati in eredità. E intanto aprirà l’aula studio, per ripartire, chissà, con nuove idee, nuovi amici con cui discutere, nuove proposte per i giovani di Merano.













Altre notizie

Attualità