Il ricordo

Quando 35 anni fa l’onda travolse la Val Martello 

Le piogge persistenti avevano fatto raggiungere i livelli  di guardia al bacino artificiale di Gioveretto. Vennero aperte le paratie ma l’interruzione della corrente non permise di chiuderle subito


Doretta Guerriero


MARTELLO. Sono passati 35 anni da quando la Val Martello venne investita da un’enorme massa d'acqua causando una catastrofe senza precedenti.

Nell'estate del 1987 la grande quantità di piogge persistenti di luglio ed agosto - che oggi fanno pensare alla persistente siccità - avevano fatto raggiungere i livelli di guardia del bacino idrico di Gioveretto, situato in alta Val Martello, già al limite di contenimento in quanto riempito nei mesi precedenti dai responsabili della diga, per avere in autunno ed inverno la massima disponibilità d'acqua e poter produrre così energia attraverso la centrale idroelettrica situata a valle.

Per evitare il rischio di tracimazione dell'invaso artificiale vennero aperte le paratie d'emergenza, purtroppo l'interruzione di corrente e del generatore non permisero di richiuderle subito.

L’ondata.

Quando furono bloccate manualmente già un'ondata di acqua e fango di 350 metri cubi al secondo aveva travolto gran parte della valle, spazzando via case, animali e vegetazione.

Il pronto intervento dei vigili del fuoco volontari della Val Martello, già allertati in precedenza a causa della pioggia ed dell'innalzarsi delle acque del rio Plima, evitarono feriti e morti, facendo evacuare gli abitanti dalle loro case. Il letto del rio Plima non riuscì più a contenere l'acqua ed entro pochissimo tempo si formò un nuovo percorso fluviale, dentro il quale le masse d'acqua si catapultavano a valle.

La località più colpita fu quella di Ganda (che sorge lungo il corso del rio Plima, nel tratto in cui la valle si allarga in ampie distese erbose, in posizione nevralgica al centro della Val Martello: al bivio tra la strada per Martello paese e quella che prosegue verso il Lago di Gioveretto e l’alta Val Martello).

I danni a case e atrezzature.

Diverse abitazioni furono rase al suolo e altre seriamente danneggiate. L'alluvione portò via con sé anche i macchinari ed altri attrezzi del cantiere comunale. Più a valle il torrente sommerse anche prati e campi, danneggiando ulteriori case. I pompieri riuscirono, con grande sforzo ad evitare che l'alluvione raggiungesse il paese di Morter.

Le acque del rio Plima si riversarono anche in alcune parti della zona industriale di Laces e della zona residenziale “Auen”. Nella notte tra il 24 e il 25 agosto nella valle si sentirono i rumori assordanti dei massi e dell'acqua, un tramestio inquietante, cessato dopo molto tempo per dar posto ad un macabro silenzio, dove regnava la paura delle persone in spasmodica attesa che tutto finisse.

Verso le undici del 25 agosto cinque elicotteri raggiungessero la valle per valutare la situazione e portare in salvo le persone, bloccate dalla sera prima, presso il “Pirchegg” in attesa di aiuto.

Lo shock.

L'alta Val Martello fu gravemente danneggiata e i suoi abitanti per un certo periodo isolati dal resto del mondo, in quanto non vi erano più ponti agibili e la strada quasi tutta distrutta.

Gli interventi.

Dopo questa catastrofe sono stati attuati molti interventi per garantire la sicurezza del bacino idroelettrico. L'alluvione del 1987 è ancora ricordata con timore da molte persone, specialmente dalle più anziane che l'hanno vissuta. E quando piove e l'acqua del lago artificiale si alza accusano, anche dopo tutti questi anni e gli interventi di protezione, una certa paura e insicurezza.













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