«Spostiamo il baricentro della politica comunale» 

La Sinistra Ecosociale. Il gruppo si accosta alle trattative coi Verdi cercando di dare una virata CdA delle partecipate, associazioni, burocrazia “etnica”: le proposte di Mautone e Augscheller


Sara Martinello


Merano. Sulla coalizione che nei piani del sindaco Paul Rösch dovrebbe far fronte ai poli di Svp, Lega e civiche la Sinistra Ecosociale ancora non si sbottona. Ma il consigliere David Augscheller e Laura Mautone confidano in una soluzione che possa mettere d’accordo le formazioni del centrosinistra e nella quale la quota ecosociale possa avere la forza di far virare verso sinistra le politiche della futura amministrazione comunale. Perché se da una parte un’alleanza con Verdi e Team Köllensperger potrebbe far tirare un sospiro di sollievo agli elettori del voto utile, dall’altra bisogna tener conto del carattere composito dell’assemblea ecosociale, nella quale figurano anche persone che le si sono avvicinate dopo essere rimaste deluse dai Verdi.

Spostare il baricentro.

I punti di accordo col gruppo di Rösch, Rohrer e Rossi ci sono. «La sostenibilità, il contrasto all’emergenza climatica, la mobilità alternativa, le pari opportunità», elenca Augscheller. Ma per ognuno ci sono anche margini di discussione e di miglioramento. In chiave ecosociale, soprattutto in tema di politiche sociali e nell’ottica del superamento della questione etnica: «La discussione di queste settimane è sui contenuti – spiega Mautone –, guardiamo a ciò che ci accomuna con l’obiettivo di orientare più a sinistra l’eventuale coalizione, cercando di spostare il baricentro anche nel rapporto con l’Svp». Se la politica del compromesso è indigesta, lo è anche lo sdoganamento della differenza tra destra e sinistra. Di qui la scelta di mantenere il nome di “Sinistra”. Un orientamento per gli elettori, «una forma di correttezza e trasparenza senza strani passaggi di marketing – così Augscheller – e che permetta di identificarci nell’area valoriale della solidarietà, del diritto a una vita sostenibile, della giustizia sociale. Nella narrazione dell’Svp c’è spesso questo mantra, “i bambini sono il nostro futuro”, mentre il futuro dei bambini lo creiamo noi». Vi rientrano le mozioni portate in consiglio. Giulio Regeni, Ttip, «temi del dibattito nazionale che toccano il nostro quotidiano anche se non ce ne accorgiamo».

Burocrazia e partecipate.

Nel programma degli Ecosociali, punti originali rispetto a molte (forse tutte) le altre liste. Per esempio la visione delle culture alternative – Augscheller cita l’Est Ovest – come parte della società, con relativo supporto economico. O la proposta di uscire dalle gabbie etniche creando sinergie tra i comparti, potenziando le istituzioni e semplificando la burocrazia kafkiana degli uffici doppi, uno per gruppo linguistico. «Ci sono associazioni interetniche che per ottenere i contributi non sanno neanche a chi rivolgersi».

Salta all’occhio la parte sulle partecipate: «Sono davvero necessari i Cda degli “amici” con conoscenze in politica o sarebbe meglio un manager unico, con competenze riconosciute, assunto con contratto a scadenza? E poi le partecipate dovrebbero far riferimento alla proprietà. Prendiamo la Sasa (sulla quale Augscheller presenterà alla giunta una specifica interrogazione), con gli straordinari cresciuti a dismisura, i ritmi di lavoro stabiliti indipendentemente da traffico e orari, i passeggeri più anziani che perdono l’equilibrio per le corse folli. Il Comune ha un dovere morale nei confronti dei lavoratori, quindi si comporti in modo esemplare».

Desideri e paure.

Destra e sinistra, paure e desideri. Ma quali sono i desideri dei meranesi? «Si può parlare della città come spazio aperto, inclusivo, vivo, non monopolizzato dall’industria del turismo. La città a misura di abitante, tenendo il traffico fuori dal centro». Guerra alle auto? «Macché, usciamo da questa logica. Dobbiamo cambiare approccio al bene pubblico».

Spazio al cohousing, strumento per sostenere la terza età e per tamponare l’emergenza casa. E poi gli incentivi al telelavoro come chiave per allentare la morsa dei ritmi di lavoro sugli spazi di vita, la presa in carico del potenziale dell’areale delle caserme («I concorsi di idee sono rimasti lettera morta», dice Augscheller). Mautone spinge sulla parità di genere: «Partire da una ripopolazione delle strade, scardinare l’idea di “uso” del corpo altrui e incentivare l’educazione all’affettività fin dall’asilo».

Mautone e Augscheller non chiudono gli occhi di fronte all’alcolismo giovanile, al fenomeno del drop out (i ragazzi “lasciati andare”) e al problema delle droghe sintetiche, col ritorno dell’eroina. «Possiamo pensare a introdurre la figura di un agente delle forze dell’ordine che sia anche formato, una sorta di educatore di strada».

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