«Sta morendo», addio all’ippocastano secolare 

Un simbolo del Lungopassirio. Sarà tagliato e sostituito l’albero piantato 120 anni fa Anni Schwarz: «Anche ridurre la chioma comprometterebbe la sopravvivenza della pianta»


Sara Martinello


Merano. Vessato dagli anni, dalle intemperie e forse pure dai lavori nel sottosuolo e nell’alveo del fiume, uno dei simboli della passeggiata Lungo Passirio dovrà essere rimosso. Non ce la fa più, il suo tronco malato, a sorreggere una chioma che già si è dovuto amputare e sottoporre ad ancoraggi. A sancire ineluttabilmente il destino dell’ippocastano secolare che insieme al suo possente compagno dà riparo dai raggi del sole, vicino al ponte della Posta, la caduta del pino di Aleppo pochi metri più in là, col ricovero in gravi condizioni di una donna e del suo bambino. Niente da fare, l’ippocastano sarà rimosso. Al suo posto, promettono le Giardinerie comunali, una nuova vita troverà terreno in cui crescere.

Un monumento naturale.

«È sempre un giorno triste quando perdiamo un monumento naturale. Ma tutti i sintomi indicano che quest’albero sta morendo», spiega Anni Schwarz, direttrice delle Giardinerie. L’albero in questione ha il nome scientifico di Aesculus Hippocastanum. Largo 142 centimetri, con una chioma che raggiunge il diametro di 10 metri, appartiene alla specie delle ippocastanacee, originaria della penisola balcanica meridionale e introdotta in Europa nel XVI secolo dal botanico Pietro Andrea Mattioli, che ne portò qui alcuni esemplari da Costantinopoli. Nonostante l’abbondante fioritura primaverile ha uno scarso potenziale allergenico. Purtroppo è sensibile all’inquinamento e ad alcuni parassiti, che determinano un ingiallimento delle foglie precoce. La pianta sul Lungopassirio è inserita nell’elenco dei 38 monumenti naturali stilato dal Comune: non è quella più imponente – alcuni tra gli alberi arrivano a superare abbondantemente i due metri di diametro, altri li sfiorano – ma sicuramente è una tra le più conosciute e amate dai meranesi, insieme al suo nobile compagno, l’ippocastano “gemello” che da alcuni anni a Natale è addobbato con migliaia di piccole luci.

Le ragioni della rimozione.

Le condizioni dell’ippocastano sono peggiorate costantemente negli ultimi anni. «A cadenze regolari abbiamo dovuto rimuovere il legno morto e consolidare la chioma con ancoraggi, in modo che l’albero garantisse sufficienti condizioni di stabilità per l’incolumità dei passanti», prosegue Schwarz. Secondo i tecnici, probabilmente anche i lavori per la costruzione del parcheggio sotterraneo di piazza della Rena e i lavori di risanamento del Passirio hanno danneggiato le radici dell’ippocastano. Così la dendrologa Lidia Martellato: «Il tronco dell’albero mostra diverse ferite e carie del legno, il fusto centrale si è già seccato. Non ha senso ridurre ulteriormente la chioma per garantire la stabilità dell'albero: un intervento del genere comprometterebbe comunque la sopravvivenza della pianta». L’ippocastano sarà sostituito nel corso del prossimo autunno. L’intenzione delle Giardinerie è di curarlo affinché possa raggiungere un’età analoga di quello che sarà presto rimosso.













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