Stelvio ieri e oggi nelle immagini di Duilio Avezzù

stelvio. Dal Veneto all’Alto Adige, per raccontare Stelvio catturandone volti e paesaggi su carta fotografica. Ora le opere di Duilio Avezzù sono diventate un libro, una raccolta di immagini già...


Bruno Pileggi


stelvio. Dal Veneto all’Alto Adige, per raccontare Stelvio catturandone volti e paesaggi su carta fotografica. Ora le opere di Duilio Avezzù sono diventate un libro, una raccolta di immagini già apprezzata nel 2016 con la mostra “Stilzer Almen” e ora disponibile per il grande pubblico.

Nato nel 1948 a Cavarzere (in provincia di Venezia), Avezzù è un ex operaio della Enichem di Porto Marghera. Sua vera passione, però, è la fotografia, praticata fin dagli anni Settanta anche grazie all’adesione al Fotoclub Cavarzere Bfi (di cui è da molti anni presidente).

Basta una vacanza da un cugino che abitava a Merano per farlo innamorare dell’Alta Venosta, e in particolar modo di Stelvio. Comincia a fotografarne tutto: i volti degli abitanti, i paesaggi boscosi, un numero impressionante di immagini in bianco e nero che ora, selezionate, sono raccolte nel volume “Stilfs-Stelvio. Volti di Stelvio, ieri e oggi”.

Stalle, fienili, ruderi: tutto ciò che ad Avezzù comunica l’anima del posto, finisce immortalato su carta fotografica. Ed è attraverso la fotografia che riesce a conquistarsi la fiducia della gente del posto. «Durante il soggiorno dal mio cugino meranese – racconta – facemmo una gita in queste zone. Il giorno dopo, però, volli tornarci. Lo feci da solo, e così ancora diverse volte, con la mia macchina fotografica al collo. Rimasi per così dire fulminato dalla bellezza di questi posti, affascinato dalla gente che li abitava».

Per comunicare, il veneto Avezzù non sa bene come fare. Prova dapprima a farsi capire gesticolando, poi pian piano riesce a stabilire una comunicazione che nel tempo sarà rafforzata dal potere “magico” della fotografia. «Nessuno mi ha mai fatto pesare il fatto che non parlassi la loro lingua. Ho conquistato così la fiducia della gente, approfondendo con la fotografia la conoscenza del posto, testimoniando tradizioni e cambiamenti della comunità nell’arco di alcuni decenni. Posso dire che ora sento questi posti come se fossero anche i miei. C’è chi non ha mai avuto la possibilità di fermare il tempo sulla pellicola, di cogliere la distanza tra ieri e oggi. È questo lo spirito della mia raccolta di fotografie, una testimonianza per la comunità di Stelvio. C’è una prefazione in italiano e in tedesco, in modo che tutti possano capire gli intenti dell’opera. Mi auguro proprio che possa essere apprezzata da tutti gli abitanti di questo meraviglioso paese incastonato ai piedi dell’Ortles».













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