Terza prova, gli studenti: «Non ci ha fatto paura»
Un allievo della Ritz: «Qui ho trovato l’ispirazione per proseguire negli studi» Dall’anno prossimo i test Invalsi nelle quinte: gli studenti sono perplessi
MERANO. L’ultimo scritto dell’esame di Stato è destinato a scomparire. O almeno così prevede la Buona Scuola, l’ultima di una lunga serie di riforme. Intanto, però, ieri i maturandi hanno affrontato la terza prova, tre materie a scelta della commissione tra quelle che nei giorni prima non erano state oggetto d’esame.
Allo School Village, gli studenti di ricevimento della Ritz si sono cimentati in un compito di inglese, in uno di scienze dell’alimentazione e in uno sulle tecniche di comunicazione relative al turismo. «Le prove erano alla nostra portata: gli argomenti li avevamo studiati. Per il compito di scienze dell’alimentazione dovevamo definire i metodi di promozione di un itinerario turistico nell’ambito culturale, naturalistico ed enogastronomico. Per tecniche di comunicazione, invece, bisognava parlare del web marketing incentrato sul marketing mix», commenta Matteo Frassanito. A questo punto ci si chiede che cosa sia, il “marketing mix”. Il gruppo di studenti seduti sulle scale insieme a Frassanito scoppia a ridere: il tempo delle interrogazioni sembrava finito! Poi gli allievi della Ritz rispondono: «È l’insieme delle strategie che l’azienda usa per la promozione». Frassanito si sente abbastanza tranquillo. Merito anche di una scuola che, dice, «mi ha fatto trovare l’ispirazione per proseguire negli studi. Vorrei continuare a studiare, fare due anni di esperienza nel settore del ricevimento e diventare insegnante». Al liceo delle scienze umane gli scogli, ieri, erano matematica, scienze e inglese. Ilaria Möseneder Frejria racconta che per matematica bisognava conoscere funzioni, esponenziali e derivate. «Tutto sommato mi sento sollevata, la fine è sempre più vicina. L’anno prossimo vorrei studiare a Trento, forse Beni culturali». Le sorelle Beatrice ed Eleonora Pintore, del liceo classico, ieri hanno affrontato quattro prove anziché tre. Il motivo? «Siamo arrivate due anni fa da Verona, quindi potevamo scegliere se fare la prova di tedesco o se fare una prova aggiuntiva oggi. Ci è capitato il latino, la letteratura di età neroniana. Sicuramente la terza prova di tedesco acquisirebbe più forza se valesse come patentino». Sull’idea ventilata dalla Buona Scuola di abolire la terza prova e di introdurre un test Invalsi come requisito per l’accesso agli esami di maturità le sorelle Pintore sono caute: «Un test elaborato dal Miur va a sparare nel mucchio e penalizza i docenti che magari preferiscono affrontare alcuni argomenti nel dettaglio a scapito di altri. La terza prova richiede un impegno notevole, non è la stessa cosa di un test a crocette come quelli di cultura generale che propongono all’università come test d’ingresso». (s.m.)