Tra Clusio e Laudes la ciclabile si sposta a sinistra del fiume
Malles. La giunta provinciale ha deliberato una modifica del Puc di Malles: la pista ciclabile tra Clusio e Laudes sarà quindi spostata lungo la riva orografica sinistra dell’Adige, e la fascia verde...
Malles. La giunta provinciale ha deliberato una modifica del Puc di Malles: la pista ciclabile tra Clusio e Laudes sarà quindi spostata lungo la riva orografica sinistra dell’Adige, e la fascia verde fra ciclabile e vegetazione ripariale sarà rivitalizzata.
La pista ciclabile che in alta val Venosta scorre lungo il fiume Adige e l’antica via Claudia Augusta, nel tratto fra Clusio e Laudes, è attualmente transitabile solo facendo una deviazione. Il percorso che si snoda sulla riva orografica destra del fiume, infatti, si trova in una zona di pericolo per caduta massi ed è stato chiuso per ragioni di sicurezza. Per tale ragione la giunta provinciale, su proposta dell’assessora competente Maria Hochgruber Kuenzer, ha deciso di modificare il Piano urbanistico comunale di Malles cancellando il tratto di ciclabile pericoloso e inserendo un nuovo percorso di circa 900 metri di lunghezza sul lato orografico sinistro del fiume Adige, come richiesto dal Comune. «Era necessario dislocare il tracciato della pista ciclabile al di fuori dell’area di rischio», fa presente Hochgruber Kuenzer, che sottolinea la rilevanza dello spostamento per rendere nuovamente transitabile il collegamento ciclabile tra Clusio e Laudes e la rete ciclabile della val Venosta.
Il nuovo tracciato si snoderà lungo l’argine boscato dell’Adige con una distanza di tre metri dal fiume, al fine di risparmiare terreno coltivato e ridurre al minimo lo smembramento delle superfici agricole. La fascia verde compresa fra l’argine boscato e la pista ciclabile dovrebbe essere rivitalizzata dal punto di vista ecologico grazie alla piantumazione di cespugli e piante tipiche della zona. «Il nuovo percorso per la pista ciclabile è l’esito di una soluzione di compromesso fra le prescrizioni della tutela delle acque e le esigenze dei proprietari fondiari, che avevano fatto notare le notevoli difficoltà nel coltivare le restanti superfici situate fra la ciclabile e l’argine boscato», sottolinea Hochgruber Kuenzer.