L'INTERVISTA bruno pileggi 

Un italiano a Malles in politica per passione 

Il consigliere del Pd. Arrivato in Venosta nel 1973, in poco tempo si è fatto conoscere ovunque «Qui siamo sempre meno, ma resistiamo con la cultura. E ai miei nipotini parlo nella mia lingua»


doretta guerriero


malles. Dopo tre legislature e una pausa di cinque anni, Bruno Pileggi, classe 1951, del Partito Democratico, è stato rieletto nel consiglio comunale di Malles. Buon comunicatore con un sorriso aperto e sincero, è originario della Calabria, del paese di San Pietro di Maida, in provincia di Catanzaro. Qui è vissuto con i genitori, le tre sorelle e il fratello fino al 1971, quando ha deciso di arruolarsi nella Guardia di finanza. Terminato il corso alla scuola allievi di Predazzo, il suo primo servizio fu al valico di passo Resia fino al 1973. Poi il trasferimento definitivo alla compagnia della Guardia di finanza di Malles.

Un bel salto, quello dalla Calabria all’Alto Adige, eppure il giovane Pileggi subito si integra nel tessuto sociale di Malles. Forma una famiglia con Maria Noggler, una donna del posto, allietata dalla nascita di due figli, Tonino e Angela. Nel 2005 purtroppo insieme ai suoi ragazzi deve affrontare un grande dolore, la perdita dell’amatissima moglie. Si riprende e dedica tutto il suo tempo ai figli e ai sei nipotini. Con loro dialoga usando la sua lingua madre, l’italiano, in modo che crescano bilingui. È sempre in prima linea per i suoi compaesani, che lo apprezzano e lo sostengono.

Pileggi, dopo una pausa di cinque anni torna nell’aula consiliare.

È una grande soddisfazione: l’esito di queste consultazioni è quello che mi ha maggiormente gratificato, perché ho visto che miei concittadini mi apprezzano, così come il nuovo sindaco Josef Thurner e il suo predecessore Ulrich Veith, che si sono congratulati subito con me. Nei cinque anni di assenza dal consiglio ho continuato ad appoggiare diverse iniziative, tra le quali la battaglia contro i pesticidi. Nel 2017 su delega del sindaco Veith ho rappresentato il Comune di Malles a Resia di Udine, dove nella sala consiliare mi è stata consegnata la Bandiera verde della Carovana delle Alpi di Legambiente. Inoltre ho sempre seguito le manifestazioni di Croce Bianca, vigili del fuoco e Aido e mi sono fatto portatore dei problemi inerenti alla soppressione della messa domenicale in italiano.

Cosa significa per un paese con popolazione quasi interamente di lingua tedesca avere un rappresentante in lingua italiana?

Significa molto, specialmente per i residenti italiani, che vedono la loro comunità assottigliarsi sempre di più perché le giovani generazioni frequentano scuole e ambienti tedeschi. In Comune non può mancare una voce che porti avanti le loro istanze e rappresenti la loro cultura. È rilevante anche per gli abitanti di lingua tedesca avere un consigliere dell’altro gruppo linguistico che crede nell’integrazione e la promuove, per continuare a costruire una proficua e pacifica convivenza.

Sono decenni che si occupa di politica: che cosa l’ha portata a scegliere questa strada?

In politica ci sono entrato quasi per scommessa. Sono andato in quiescenza nel 1995. Un anno dopo, nel 1996, su invito di un amico, mi sono recato a Silandro, dove il vicepresidente della Provincia Michele Di Puppo avrebbe tenuto una serata informativa. Seguii attentamente il discorso di Di Puppo, lineare, corretto, aperto. A un tratto lui chiese se qualcuno volesse intervenire. Presi la palla al balzo e gli chiesi: «Come mai i nostri politici si fermano sempre a Silandro, nonostante la Venosta prosegua fino a passo Resia?». Di Puppo, senza scomporsi, velocemente disse: «Bruno, radunami a un tavolo due o tre cittadini e io arriverò ovunque voi mi indichiate». Una sfida alla quale non potevo certo sottrarmi. Cercai una località quasi fuori dal mondo, per chi da Bolzano arrivava solo fino a Silandro, e organizzai l’incontro alla malga di Resia, gestita allora da un mio ex collega, Antonio Ieronimo. Con mia sorpresa Di Puppo si presentò all’incontro, dove lo aspettava una novantina di persone salite da Merano, Naturno, Silandro, Prato allo Stelvio, Tubre, Malles e Resia. Un’esperienza unica seguita da altre che mi convinsero a candidarmi.

Oltre che alla politica Lei si è interessato anche ai problemi della scuola e ha fatto volontariato.

Sono stato rappresentante dei genitori alla scuola media prima e alla Claudia de’ Medici poi. A seguito di una mia raccolta di oltre 750 firme ho formato un gruppo di lavoro per la realizzazione di un sottopasso, per permettere ai nostri figli di recarsi a scuola in tutta sicurezza. Per quanto riguarda il volontariato ho dedicato molto tempo ai giovani dello Jugenddienst di Malles. Eletto nel loro direttivo per circa nove anni, li ho accompagnati in brevi periodi di ferie nei campeggi estivi in Calabria, nelle Marche, in Campania...

Il suo carattere gioviale ha fatto in modo che Lei si relazionasse anche coi nuclei italiani di altri paesi della valle.

È vero, partecipo volentieri alle iniziative promosse da associazioni venostane, ad esempio quelle della sezione di Silandro dell’Upad, del circolo culturale Val Venosta, di Anc, Ana e Anfi e altre ancora. Amo seguire anche le serate culturali che si tengono nella biblioteca del capoluogo venostano e naturalmente quelle organizzate in altre località.

Lei è anche una persona nota per non fermarsi mai.

Amo camminare nella natura e pratico volentieri lo sci di fondo. Mi interessa il teatro e partecipo all’iniziativa del circolo culturale Val Venosta che ogni anno in collaborazione col Teatro stabile organizza le trasferte per andare a vedere le rappresentazioni al Puccini di Merano e mi piace ascoltare la musica in genere. La mia vera passione però è quella della scrittura, ed è per questo che già da molti anni sono corrispondente del giornale Alto Adige per la cronaca della val Venosta.













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