oltre il brennero 

In Germania nessuno vuole più fare il mestiere di Babbo Natale


Jeanne Perego


Sempre più aziende tedesche sono a corto di lavoratori qualificati. Secondo l’indagine Ifo Business Survey condotta in luglio su circa 9.000 aziende in tutta la Germania, il 43,1% delle aziende soffre di una carenza di lavoratori qualificati, in aumento rispetto al 42,2% di aprile 2023. «Nonostante l'economia sia in crisi, molte aziende sono ancora alla disperata ricerca di personale specializzato», ha dichiarato l’esperto dell’Ifo Stefan Sauer commentando i risultati. Mancano infermieri, montatori, elettricisti, camerieri, cuochi, specialisti in tutti i settori…

L’elenco, a volerlo fare tutto, sarebbe lunghissimo. In questo periodo alla lista vanno aggiunti anche Babbi Natale e angeli, i professionisti delle festività natalizie. Non è uno scherzo: in Germania, a 4 settimane dalla festa più sentita dell’anno, non si trovano persone disposte a infilarsi il costume rosso dell’anziano sovrappeso con la barba bianca reso iconico dalle campagne pubblicitari della Coca-Cola, o quello femminile degli angeli con i boccoli e le lunghe ali dorate. Non ce ne sono, non se ne trovano. Il problema è serio, le agenzie di collocamento specializzate, come "Weihnachtsmann2Go” e “Engel in Berlin” sono disperate.

Chi potrà portare i regali ai bambini nelle feste private, in quelle aziendali, negli asili nido e nei centri per disabili? Chi potrà ricevere i più piccoli nei mercatini di Natale e nei grandi magazzini mentre nell’aria risuonano le note di “All I Want for Christmas Is You” o di “O Tannenbaum”? Chi dispenserà felicità natalizia nelle strade dello shopping tornate illuminate a festa dopo l’austerity dello scorso anno? A quanto pare nessuno vuole più fare questo tipo di lavoro, per tutti è meglio passare l’Avvento e i giorni di festa a casa in famiglia anziché affrontare bambini vocianti, genitori con alte aspettative in materia di recitazione e temperature spesso rigide. Teoricamente, soprattutto per vestire i panni di Babbo Natale, i candidati ideali sono quelli che appartengono alla generazione dei baby boomer, uomini ancora nel fiore degli anni, over 50, magari già un po’ brizzolati e magari con qualche chilo di troppo: la base ideale per immedesimarsi nel ruolo del vecchio con la barba bianca vestito di rosso che dispensa regali, carezze e parole affettuose. Ma quelli, appunto i baby boomer, a quanto pare non ne vogliono sapere.

Neppure l’idea di poter guadagnare anche 500 euro in una sola serata, passando da una festa all’altra, li convince. Non sono interessati neppure i rappresentanti della Generazione X, i Millenials e i nati nella Generazione Z, tutti troppo impegnati nella propria professione, magari con i bambini a casa che li aspettano quando la giornata lavorativa finisce. Non restano che i giovani, soprattutto gli studenti universitari, quelli cui non dispiace mai guadagnare qualcosa, oltre che ,magari, evitare le feste con le zie che ti raccontano dei loro fidanzati di 50 anni fa o gli zii che vogliono convincerti che è giunto il momento di strizzare l’occhio all’estrema destra. Tobias Gross dell'agenzia specializzata Weihnachtsmann2Go ora sta andando direttamente nelle mense delle università a caccia di candidati.

Trovare qualche figura femminile dall’aspetto angelico che possa calarsi nella parte dell’angelo di Natale, uno dei protagonisti della tradizionale narrazione natalizia in Germania, è difficile, ma è molto più difficile trovare giovani che vogliano trasformarsi in Babbi Natale per qualche ora. Trucco pesante e cuscini sulla pancia per loro sono indispensabili, così l’impegno diventa gravoso. Forse anche l'industria del Natale dovrebbe rivedere i propri standard. Intanto, per chi decide di vestire i panni di Babbo Natale per la prima volta vengono organizzati specifici workshop di formazione, tenuti da chi il mestiere lo fa da anni. «Una buona preparazione è tutto», dice Hansjörg Rodewald,58 anni, che fa parte del team fisso della piattaforma di domanda e offerta di Babbi Natale Santa Claus2go e lavora come Babbo Natale dagli anni Novanta. «Bisogna conoscere tutti i nomi della famiglia, anche quello del gatto e del cane, se ci sono. Più si sa, meglio è». E nel suo corso spiega che è fondamentale sapere dove si trovano i regali e che bisogna assicurarsi che ci sia sempre abbastanza luce per poter leggere il Libro d’oro dove ci sono tutte le informazioni importanti sui bambini che si hanno davanti.

Dopo la lezione, in cui si discute anche sulle richieste economiche da fare (per i principianti intorno ai 50-60 euro a visita), i partecipanti al workshop, truccati e dotati di costumi e barbe, posano per un servizio fotografico e video. Perché i genitori dovranno essere in grado di farsi un'idea di loro quando cercheranno un Babbo Natale sul web. Dopotutto, la prima impressione è quella conta, anche quando si tratta di Babbo Natale.

 













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