La Divina Commedia finisce in discoteca 

Bolzano Danza. Questa sera il debutto del terzo spettacolo di Olivier Dubois dedicato a Dante “Tropismes” in scena con il dj Francois Cafenne, alla Camera di Commercio invece “Skull*Cult”



Bolzano. Oggi, 15 luglio, Bolzano Danza parla francese. Attende infatti al Teatro Comunale alle ore 21, uno dei suoi artisti d’elezione, Olivier Dubois, e vede in scena il guest curator dell’edizione Rachid Ouramdane in un suo assolo emblematico. Danzatore, coreografo singolare, spirito eccentrico e grande mattatore, Dubois debutta con il nuovo Tropismes, un lavoro ispirato alla Divina Commedia di Dante, al concetto di buio e salvezza ad alti decibel. Live François Caffenne, sorta di Dj che mixa suoni catturati dalla NASA a pulsazioni rock, twist, électro, funk. Per la sezione Outdoor, alla Camera di Commercio alle ore 20, viene presentato Skull*Cult, assolo firmato da Christian Rizzo e Rachid Ouramdane e interpretato da quest’ultimo. Ultima creazione di Olivier Dubois, che ha debuttato a marzo a Parigi, “Tropismes” rappresenta la terza tappa del progetto condotto dal coreografo intorno alla Divina Commedia di Dante, dopo “Les Mémoires d’un seigneur” e “7 x Rien”, lavori entrambi presentati a Bolzano Danza in prima mondiale.

«Il titolo Tropismes – spiega Dubois – si riferisce al fenomeno biologico che fa ad esempio in modo che i girasoli si orientino verso il sole per sopravvivere. Sono là dove la linfa si sveglia, là dove possono schierarsi. Tropismes è un pezzo estremamente geometrico, gli interpreti sono piazzati in differenti configurazione come fossero pietre in un rito animista, come per tendersi verso un possibile sole, per scappare dalla notte. Quando parlo di notte, evidentemente mi riferisco all’annientamento, alla cecità, alla perdita, ma anche alla luna che non è che l’altra faccia del sole». Otto danzatori - quattro donne a quattro uomini - sulla musica live eseguita di François Caffenne mettono in scena un desiderio irrefrenabile verso la vita. In una pista da ballo nera lucida, dove ci si scatena per ore, Dubois costruisce quattro tableaux e quattro ambienti musicali: dalla marcia al rock allo psichedelico. Il proposito del coreografo è “danzare contro la morsa del tempo che ci affligge”. Nello spettacolo si dipana un’energia costante e ipnotica mossa da una partitura coreografica basata su movimenti semplici, sulla pulsione del corpo in attesa, in allerta, desideroso di un qualcosa non meglio definito. I corpi dei danzatori, mossi fino allo spasimo, formano una vibrante costellazione organica. “Skull* Cult” invece è un intenso assolo che dispiega la metafora dell’eroe solitario. Il pezzo divenuto emblematico, allora come oggi, vede in scena Rachid avvolto in una sorta di tuta da motociclista di pelle nera con casco in testa. Mai frontale al pubblico, il suo corpo si muove sospeso in un gioco di articolazioni e acrobazie. Un incanto.













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