La Fabbrica del Tempo torna col Progetto Sigmundsherberg 

Bolzano, un libro e un docufilm per raccontare il dramma dei prigionieri di guerra italiani Un lavoro coordinato da Barbara Ricci, Maurizio Pacchiani e Fabrizio Miori



Con il “Progetto Sigmundsherberg 1915-1918” La Fabbrica del Tempo affronta il centenario della Prima guerra mondiale da una prospettiva solitamente poco frequentata: quella di chi, a seguito degli avvenimenti bellici, fu costretto alla detenzione nei campi di prigionia. Trattando del campo di Sigmundsherberg, il maggiore tra quelli destinati ai prigionieri italiani nell’ambito dell’Impero austro-ungarico, si è volutamente optato per una tematica che vada oltre il mero ambito altoatesino/sudtirolese e sia in grado di intrecciare luoghi lontani e coinvolgere studiosi di diversa provenienza. Tuttavia l’ Alto Adige è ben presente anche in questo progetto poiché alcuni prigionieri tentarono la fuga e furono ripresi proprio qui, a Bolzano e Merano. Ne è emerso un quadro particolarmente stimolante che ha prodotto da un lato l’approfondimento storico raccolto nel libro “Sigmundsherberg 1915-1918. Storie di prigionia – Italiener in Kriegsgefangenschaft” e la pubblicazione in esso di molte immagini inedite, dall’altro la realizzazione del film-cortometraggio “La Scintilla”, curato dal regista Giuseppe Zampella, che affronta il tema da un punto di vista diverso, visivo, narrativo e di forte impatto emozionale. Infine è stato possibile il recupero di un violino che fu costruito proprio nel campo di Sigmundsherberg e che è stato suonato in occasione della presentazione del progetto. Sigmundsherberg è un piccolo comune della Bassa Austria; poco più di millecinquecento anime nel distretto di Horn. Oggi a ricordo del campo a Sigmundsherberg vi è un cimitero militare dove riposano circa 2.400 soldati, in larghissima parte italiani. Il “progetto Sigmundsherberg” de La Fabbrica del Tempo è stato presentato al pubblico ieri all’ ’Istituto per l’ Educazione Musicale “Antonio Vivaldi” di Bolzano. Il progetto è stato coordinato da Barbara Ricci, Maurizio Pacchiani e Fabrizio Miori.

Il film “La Scintilla” (era il nome di un giornale che circolava nel lager) nasce dalla volontà di rievocare la storia del campo di Sigmundhersberg attraverso una narrazione cinematografica che dia spazio alla testimonianza storica, ma anche e soprattutto al racconto, di forte impatto emozionale. Grazie allo studio del materiale di repertorio, frutto anche della ricerca compiuta da La Fabbrica del Tempo, è stato possibile scrivere la sceneggiatura di un cortometraggio drammatico; le fotografie, le lettere dei prigionieri ai familiari, le opere di artisti che hanno affrontato la reclusione aggrappandosi ai loro talenti, sono stati strumento di ispirazione per creare questo dramma di finzione. Ma veniamo al volume. Dopo una introduzione generale sul problema degli internati italiani durante la Prima guerra mondiale e sul loro successivo ritorno in patria, esso presenta una ricerca documentaria e testimoniale sul campo e sulle condizioni dei prigionieri. Indaga inoltre, anche dal punto di vista dei custodi austro-ungarici, la gestione del campo e le relazioni tra italiani e tedeschi, tra ufficiali e soldati di truppa. È stato contattato per questo progetto lo studioso austriaco più significativo sul campo di Sigmundsherberg, autore di una accurata monografia. Oggi soltanto il cimitero del campo, alcuni magazzini e il raccordo ferroviario rimangono a memoria di quello che fu un enorme lager durante la Prima guerra mondiale. A cura del comune di Sigmundsherberg un sentiero commemorativo «dalla prigionia alla pace», allestito nel 2015 attraverso il territorio allora occupato dal campo di prigionia, fornisce ai visitatori un'idea di quanto fosse grande il lager e come apparisse. Il volume si apre con interventi di Giovanna Procacci, una dei massimi esperti italiani dell’argomento (“I prigionieri italiani in Austria e in Germania durante la prima guerra mondiale”) e di Fabio Montella (“Il ritorno in patria dei militari italiani liberati dal nemico alla fine della Grande Guerra”). Seguono i contributi di Rudolf Koch (“Kriegsgefangener Sigmundsherberg”), Carlo Perucchetti (“La musica e il teatro nel lager di Sigmundsherberg”), Maurizio Pacchiani (“I romanzi della fuga. Jemma e Locatelli”) e Fabrizio Miori (“Giovanni Spieler, ufficiale imperialregio e cavaliere del Regno”, a cui fanno seguito “Gli album fotografici del capitano Spieler”). Nel suo saggio il musicologo Perucchetti illustra come nel lager si facessero anche musica e teatro. Il capitolo di Maurizio Pacchiani “I romanzi della fuga” fa riferimento invece a due celebri evasi da Sigmundsherberg, il tenente Enzo Jemma e il capitano Antonio Locatelli, autori rispettivamente de “La bella avventura. Storia di un’evasione” e de “Le ali del prigioniero”. Moltissime anche le foto inedite













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