IL VIAGGIO

Monument Valley, alla radice dell'eterno sogno americano

Viaggiando lungo i lunghissimi rettilinei della “Scenic Highway 163” che dall’anonima cittadina di Kayenta scendono verso la Monument Valley sembra vi accompagnino in un enorme studio cinematografico...



Viaggiando lungo i lunghissimi rettilinei della “Scenic Highway 163” che dall’anonima cittadina di Kayenta scendono verso la Monument Valley sembra vi accompagnino in un enorme studio cinematografico dove, d’improvviso, siete voi il protagonista di un film. Attorno a voi scorrono, quasi fosse una full immersion tutta “effetti speciali”, le più iconiche immagini dei più famosi film a stelle e strisce. E’ tutto un susseguirsi di celeberrimi frame che hanno contribuito a rendere gli States conosciuti e ammirati in tutto il mondo. Man mano che ci si avvicina a quelle spettacolari mesas che sorgono dal deserto e i quei vertiginosi pinnacoli di arenaria rossa che punteggiano e caratterizzano il paesaggio di quellarida pianura al confine tra Utah e Arizona, la mente di ogni visitatore diventa sempre più leggera. È rapita dalla bellezza di uno scenario naturale che non ha uguali.

In quel tratto di strada il paesaggio fantastico diventa, man mano che vi si addentra, sempre più irreale. Ed è così che, progressivamente, ci si distacca dalla realtà. La mente vola via, libera. Per magia vi potete sentire viaggiare al fianco di Peter Fonda in “Easy Rider” o assieme a Susan Sarandon in “Thelma e Luise”. O essere assieme a Tom Hanks in “Forrest Gump” o con Tom Cruise in “Mission impossible”. O, ancora, sul set di uno dei più di cento film western che hanno fatto ricca Hollywood da “Fort Apache” a “L’oro dei Mackenna” fino al “The lone ranger” di Hohnny Depp, senza dimenticare gli scenari presentati in “Odissea nello spazio” e “Ritorno al futuro 3”.

Una volta raggiunta la spianata del Visitor center di quello che oggi è il “Navajo Nation Park”, non potete non sentirvi essere diventati una parte integrante di quelle spettacolari e indimenticabili sequenze cinematografiche girate da John Ford nel suo celeberrimo assalto alla diligenza raccontato con straordinaria e drammatica potenza filmica nell’impareggiabile “Ombre rosse” (girato nel 1939). Quelle iconiche immagini che hanno fatto la storia del cinema raccontano ed esaltano magistralmente, attraverso le gesta dell’intrepido eroe-giustiziere Ringo Kidd (alias John Wayne) e il rassicurante irrompere del Settimo cavalleggeri che riportano la pace là dove i “selvaggi” indiani si sentivano padroni a casa propria, il sempiterno spirito yankee: l’anelito di un popolo impegnato nella perenne realizzazione dell’ American dream. Ed è proprio mentre si osserva pieni di stupore e meraviglia quello straordinario “effetto speciale” creato della natura nel corso di milioni di anni e che si svela superbo testimone davanti ai nostri occhi, è doveroso un opportuno richiamo storico. La Monument Valley, oltre che una meraviglia della natura, è il monumento che testimonierà però sempre anche la vera storia della corsa al West: quella che nell’Ottocento costò lo sterminio non solo dei bisonti di Buffalo Bill, ma anche l’eliminazione di 10 milioni di nativi americani, la cancellazione di oltre 500 tribù indigene custodi di culture secolari immolate nel nome della conquista e del progresso. E ammirando quel mondo dalla bellezza selvaggia scorrono nella mente, proprio come in un film, anche tutti i nomi che caratterizzarono quell’epopea: da Geronimo a Jassie James, da Toro Seduto a Billy the Kid, da Sand Creek a Wounded Knee.

Nella finzione di “Ombre rosse” l’assalto alla diligenza era portato dagli apache. Nella realtà quelle terre sono sempre state abitate dagli indiani navajo. Ecco perché la Monument Valley è stata oggi compensativamente rinominata “Navajo Nation Park”. Gli ultimi navajo, eredi dei “signori” di quelle lande desertiche popolate da puma e coyote, e che da decenni sono relegati a vivere in parchi-riserva (autentici ghetti per minoranze “diverse”) sono comunque ancora lì. Raccimolano qualche dollaro vendendo souvenir, berettini e birra.

 













Altre notizie

Attualità