Germania

Niente cittadinanza ai nemici di Israele



Il Land della Sassonia-Anhalt, nella Germania orientale, richiederà a chi farà domanda cittadinanza per naturalizzazione di confermare per iscritto «che riconosce il diritto all'esistenza di Israele e condanna qualsiasi azione diretta contro l'esistenza dello Stato di Israele». La ministra degli Interni della Sassonia-Anhalt, Tamara Zieschang, ha invitato i colleghi degli altri 15 Land tedeschi ad adottare regole simili e ha reso noto che già a fine novembre il suo ministero ha trasmesso l’ apposito decreto a tutti i comuni del Land.

Secondo la decisione della ministra esponente della CDU, se coloro che richiedono la cittadinanza tedesca non lo faranno, verrà rifiutata loro la naturalizzazione. E verrà rifiutata anche agli stranieri che compiono atti contro l’ordine liberaldemocratico della Germania, come indicato nella Costituzione tedesca. La negazione del diritto all'esistenza di Israele e l’antisemitismo rientrano in questo tipo di atti. Il decreto firmato dalla Zieschang raccomanda ai Comuni di utilizzare una formulazione specifica per la dichiarazione di impegno, e se il richiedente rifiuta di sottoscrivere la dichiarazione il documento di naturalizzazione non verrà consegnato, e la “riluttanza” verrà annotata nel fascicolo relativo alla domanda di cittadinanza come riferimento per futuro.

Attualmente chi fa il test obbligatorio per richiedere la cittadinanza tedesca deve dichiarare ufficialmente di accettare l'esistenza di tutti gli Stati stranieri riconosciuti dalla Germania. Questo elenco include Israele ma la domanda del test non nomina esplicitamente il Paese. La Germania, che rivendica una speciale responsabilità storica per la protezione degli ebrei dopo gli orrori dell'Olocausto – quando il regime nazista organizzò l'assassinio sistematico di oltre 6 milioni di ebrei europei- ha definito la sicurezza di Israele una propria “Staatsräson”, o "ragione di Stato", come disse per prima l'allora cancelliera Angela Merkel in un discorso al Parlamento israeliano nel 2008, e come ha ribadito Olaf Scholz al Bundestag dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre: “la sicurezza di Israele è una ragione di Stato per la Germania”. Sulla conformità con la legge tedesca del decreto del ministero dell’Interno della Sassonia-Anhalt sono stati sollevati molti dubbi. La discussione tanto sulla stampa quanto sui social media è stata infuocata . L’avvocato berlinese Ahmed Abad in un’intervista da detto: «Il dovere di riconoscere il “diritto di esistere” di Israele non ha base legale», mentre l’avvocato specializzato in immigrazione Sven Hasse, pure con studio a Berlino, ha dichiarato che la naturalizzazione richiede che i richiedenti “confermino il loro impegno nei confronti del sistema costituzionale democratico libero” della Germania e che “apparentemente, il governo della Sassonia-Anhalt presuppone che un impegno per il diritto di Israele ad esistere possa essere richiesto anche in questo contesto, poiché questo fa parte della Staatsräson tedesca".

Secondo il legale, se a qualcuno verrà negata la cittadinanza per questo motivo “saranno i tribunali a decidere se è legale”. La decisione della Sassonia-Anhalt ha suscitato critiche anche da parte dei palestinesi in Germania e di studiosi internazionali. Il professor Andreas Krieg della School of Security Studies del King's College di Londra, ha sottolineato l'ingiustizia nel creare doppi standard per le persone che hanno avuto il passaporto tedesco sin dalla nascita e per la vasta parte di popolazione con background migratorio che richiede la naturalizzazione. In un tweet ha scritto: "Per diventare cittadino tedesco devi esprimere il tuo sostegno al diritto di esistere di un altro Paese. A meno che tu non sia nato tedesco, allora puoi anche negare del tutto l'esistenza della Repubblica federale e diventare un Reichsbürger", riferendosi ai teorici della cospirazione che sostengono che la Repubblica Federale di Germania legalmente non esiste.

 













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