l’intervento 

per il futuro servirà armonia 

In questo momento di “isolamento forzato” c’è il tempo ed un invito a riflettere e pensare a tante cose. Il Covid-19 ci ha fatto fermare o rallentare e a molti di noi a fatto realizzare quanto le...



In questo momento di “isolamento forzato” c’è il tempo ed un invito a riflettere e pensare a tante cose. Il Covid-19 ci ha fatto fermare o rallentare e a molti di noi a fatto realizzare quanto le nostre vite frenetiche fossero in un certo qual modo contro la stessa natura umana: è come vivere in un “apnea perenne” uscendo dall’acqua solo il necessario per poter prendere respiro e poi subito rimettere la testa sott’acqua e continuare a nuotare a tutta velocità. Questa corsa infinita dove ci ha portato? E dove ci sta portando? Ci sta portando a non essere più in contatto con noi stessi e la nostra essenza, ci sta facendo sempre di più allontanare dalla natura e dalla nostra madre terra. Ci stiamo rendendo conto che siamo fragili e che alla fine siamo comunque in modo imprescindibile legati alla natura e che se non la trattiamo bene essa in qualche modo troverà la via per “salvaguardarsi”, a discapito degli esseri umani che la continuano ad abusare. Più che mai in questo momento c’è bisogno degli architetti che immaginino un nuovo futuro in cui l’uomo e la natura trovino un’armonia. Il dramma degli ultimi decenni è che il mondo è governato dalla finanza, una cosa asettica e intangibile, scollegata con il mondo “reale” delle cose. C’è bisogno più che mai che le idee, le visioni per un futuro migliore tornino ad essere il motore del mondo. Agli architetti è dato un ruolo importante, una grande responsabilità, quella di immaginare un futuro in cui gli edifici e le città siano rispettosi dell’ambiente, vivano con l’ambiente, siano come dei grandi alberi che producono ossigeno ed energia. Anche l’idea di città dovrà essere rivoluzionata, in cui le relazioni umane tornino al centro della nostra vita, in cui il verde non sia solo marginale ma il centro del nostro vivere. L’isolamento ci fa anche riflettere sulle nostre dimore, sulla nostra casa che dà luogo per lo più frequentato per poche ore al giorno, nelle ore serali, tornati dalle lunghe giornate di lavoro, in questo periodo si sta riscoprendo come il luogo delle nostre anime, il nostro rifugio. L’architettura è diventata infatti schiava dell’immagine: Instagram, Facebook, internet sono pieni di immagini che sono scambiate per architettura. È importante riappropriarci dell’architettura in cui il bello e l’estetica non siano solo legate a immagini, ma a idee e concetti. La casa deve essere “concepita” per chi ci abita, per le sue esigenze: è il contenitore delle proprie anime, del proprio essere e mondo. Proprio per questo è importante che l’architettura ritrovi un suo centro come creatrice di mondi, come interpretazione di vita più che come mera immagine. Più che mai stiamo scoprendo che la nostra abitazione deve essere a nostra misura, deve essere il nostro rifugio e nido e che anche i materiali e tutto ciò che la compone devono essere il più possibile naturali e salutari. Negli ultimi anni c’è stata inoltre sempre di più una riduzione delle superfici delle abitazioni, intere famiglie vivono in piccoli spazi senza balconi o terrazze, e questa esperienza ci porterà a riconsiderare le abitazioni e trasformarle, con la necessità di nuovi spazi sia interni (smartworking , spazi per la ginnastica ecc.) che esterni trasformando ad esempio i tetti in giardino portando la natura all’interno dei nostri edifici e città. Noi non sapremo cosa il futuro ci porterà ma alla fine quello che importa è quello che noi creiamo fisicamente, che deve essere in armonia con il nostro essere, con la natura e che deve tornare a diventare espressione delle nostre visioni. Sulle riviste troviamo immagini di case megagalattiche, che però in molti casi sia assomigliano terribilmente e che sono per la maggior parte concepite per stupire, che più che mai è necessario che il progetto “calzi” chi lo abita e rappresenti la sua anima e il suo modo di essere e che non sia solo una vetrina da far ammirare; solo così le abitazioni, dal piccolo appartamento alla grande dimora o villa potrà riappropriarsi della propria anima e diventare rappresentazione della nostra, attraverso l’utilizzo di materiali naturali e una tecnologia che sia in armonia con l’uomo e l’ambiente.

(architetto)













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