Per salutare il Festival i suoni di campane e un pianoforte unico 

Il gran finale. Programma ricco quest’oggi nell’ultima giornata del Bolzano Festival Bozen Gli strumentisti dell’Orchestra Haydn torneranno ad esibirsi in ben cinque cortili della città Il gardenese Eduard Demetz in piazza Walther con Campanae Caeli. Poi il mito Grigory Sokolov


Daniela Mimmi


Bolzano. Il gran finale è servito. Oggi, sabato 29 agosto, andrà in archivio questa strana edizione 2020 del Bolzano Festival Bozen. Cancellati i grandi concerti sinfonici delle orchestre giovanili, rivisto e ripensato il Concorso Busoni, suddivisa in due tronconi l’Accademia Mahler, in dicembre e estate, Antiqua che utilizza solo musicisti locali. Ma dall’emergenza sono nate anche cose nuove, come Haynd nei Cortili con la formula inedita degli ensemble da camera in giro per la città, e Cinema meets Opera.

Gli strumentisti nei cortili

La giornata conclusiva della rassegna offre addirittura quattro appuntamenti. Si comincia fin dal mattino con gli appuntamenti di Haydn in Cortile, in cui gli strumentisti dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano si sparpagliano per la città per portare la musica classica direttamente sotto le finestre dei cittadini. Quest’ultimo capitolo si terrà in cinque cortili sempre alle 11.00 (via Dante 1, via Crispi 38) e alle 19.00 (vicolo del Bersaglio 9, via Firenze 11, Piazza Vittoria 13). Dal Quartetto Americano di Dvorak ad Adios Nonino di Piazzolla, di musica ce n’è davvero per tutti i gusti.

La performance con le campane

Alle 17.00 in piazza Walther va in scena la particolare performance firmata dal compositore gardenese Eduard Demetz, Campanae Caeli, realizzata registrando ventotto campane di Bolzano. Attraverso otto altoparlanti le tracce rielaborate creano una performance stereofonica a cui si fonde il suono live delle campane del Duomo.

«Le performance che abbiamo già fatto, hanno avuto un effetto molto particolare sul pubblico - ci dice il compositore gardenese. - Erano tutti silenziosi, distanti uno dall’altro, ognuno si sceglieva la sua posizione d’ascolto, a riflettere, ad ascoltare questi suoni ancestrali. Presi dalla nostra quotidianità e dalla fretta non ascoltiamo mai il suono delle campane. Era il time code del passato. Oggi non può più esserlo perché le campane ci mettono del tempo a mettersi in moto, e altrettanto tempo per fermarsi. Ci viene da chiederci: come sarà il time code del futuro? Quali ritmi avrà?». La realizzazione di questo progetto non è stato semplicissimo. «Siamo saliti su 28 campanili per registrare i suoni delle campane, siamo saliti su scale minuscolo, attraverso ragnatele e escrementi di piccioni. Alla fine, con i 350 file audio, ho realizzato una sorta di onda sonora. La performance in tutto dura 12 minuti. I primi 10 minuti si ascoltano i file registrati e trasmessi da 8 canali che si possono sentire benissimo da qualsiasi posizione. Negli ultimi 2 minuti si sente il suono reale delle campane del Duomo. A quel punto, il cielo si riempie di campane. Il mio vuole essere un messaggio positivo: il suono, il ritmo, la musica arriva fino al cielo. E anche noi dobbiamo sperare. Intanto con questo Festival abbiamo dimostrato a tutta Italia che qui siamo coraggiosi, che sappiamo essere creativi e sarà la creatività a salvare il mondo, quella creatività che forse non sapevamo di possedere».

Il gran finale

Quindi, alle ore 20.30 all’Auditorium, gran finale del Festival con il concerto del pianista Grigory Sokolov, leggenda vivente della musica classica, figura chiave, quasi mitica, del panorama internazionale fin dal 1966, anno della vittoria del Concorso Tchaikovsky di Mosca all'età di sedici anni. International piano l’ha definito il più grande pianista vivente. Il recital di Sokolov esplorerà il Preludio e Fuga K 394 per pianoforte, nato in un periodo di attento studio di Mozart sulle fughe di Bach, e la Sonata n.11 in la maggiore per pianoforte, destinata ad imporsi come la più celebre fra tutte le Sonate di Mozart per la peculiarità dell'ultimo tempo, il cosiddetto Rondò "Alla turca", ben noto anche al di fuori degli ambienti della musica colta. Seguirà il Rondò K. 511, terminato da Mozart l'11 marzo 1787: una pagina sorprendente, di dimensioni inconsuete e di contenuto quasi improprio rispetto alla giocosa forma del rondò. Chiude questo percorso in memoria di Michelangeli una selezione di brani da Bunte Blätter op. 99, di Robert Schumann.













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