«Siamo stati ostinati Lo Stabile continuerà a volare molto alto» 

L’intervista. Il direttore Walter Zambaldi ci apre le porte alla prossima stagione teatrale «Emblematico che i 70 anni del Teatro Stabile coincidano con un “anno zero” senza abbonati.  A settembre siamo on the road con Paolo Rossi e a novembre partiamo con Rocco Papaleo»


Daniela Mimmi


Bolzano. I teatri ripartono. Fra poco torneranno ad aprirsi quegli spessi sipari rossi che si sono chiusi improvvisamente nel marzo scorso, lasciandoci tutti sbigottiti, impreparati, confusi e spaventati. In molte città del mondo, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in molti centri europei, questa magia non si ripeterà almeno fino all’inizio del 2021. A Bolzano, invece, la cultura, soprattutto negli ultimi mesi, ha marciato a passo spedido. A dimostrazione del fatto che, con nuove idee, un po’ di coraggio e di creatività, si può fare tanto anche nel rispetto delle regole che l’attuale situazione impone. Tra un po’, poi, partirà la nuova stagione del Teatro Stabile di Bolzano. In che modo? Con quali novità? Lo abbiamo chiesto al direttore dello Stabile bolzanino, Walter Zambaldi.

Cosa ci regalerà la prossima stagione del Teatro Stabile?

Le Stagioni dello Stabile raccolgono gli esempi più lampanti della creatività teatrale italiana, che si compone di innumerevoli fattori: talento interpretativo, ricerca sul testo, studio registico, intelligenza comunicativa e vocazione civile. In questi mesi ci siamo impegnati al massimo per preparare delle stagioni ricche di sguardi differenti sul mondo che ci circonda. In scena ci saranno 7 spettacoli ideati, nati e cresciuti a Bolzano quest’anno o durante la stagione passata, quindi le nostre produzioni e spettacoli dei più prestigiosi teatri a livello nazionale. In totale le recite bolzanine, contando il cartellone al Comunale di Bolzano e quello al Cristallo, saranno più di 50, da novembre ad aprile inoltrato. Ovviamente senza contare le recite a Bressanone, Brunico e Vipiteno e le decine di recite dei nostri spettacoli in tour.

In quali spazi e in quali città?

La struttura della nostra offerta teatrale rimane capillare: proponiamo le nostre stagioni a Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico e Vipiteno nei rispettivi teatri: nel capoluogo faremo base al Comunale, a Merano al Puccini, a Bressanone al Forum, a Brunico all’Haus Michael Pacher e a Vipiteno al Comunale. La diffusione del teatro d’arte sul territorio fa parte del DNA del Teatro Stabile di Bolzano sin dalla sua nascita e siamo determinati a mantenere saldo il nostro intento.

Ci dà qualche anticipazione?

Innanzitutto l’anticipazione di un progetto che precede la stagione. Sto parlando di “FUORI! Microteatro in the road”, un’iniziativa di teatro diffuso che abiterà i quartieri di Bolzano, Bressanone e Merano dal 14 settembre all’11 ottobre. Protagonista Paolo Rossi e otto tra attori e musicisti chiamati a interpretare brani tratti dal repertorio degli spettacoli prodotti dallo Stabile nel corso dei suoi 70 anni di vita. Come scenografia – backstage ci sarà un container, che si muoverà sul territorio assieme allo spettacolo. Continuo parlando delle nostre produzioni, perché quest’anno gli spettacoli nuovi ideati, progettati e nati a Bolzano sono cinque. Apriamo la stagione a novembre con “Peachum”, una riscrittura dell’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht di Paravidino, interpretata da Rocco Papaleo, alla sua prima collaborazione con noi. Sempre a proposito di progetti nuovi, a dicembre Ugo Pagliai e Paola Gassman sono protagonisti di “Romeo e Giulietta. Una canzone d’amore”, riscrittura del testo di Shakespeare da parte dall’irriverente compagnia Babilonia Teatri. Seguendo la sua poetica controcorrente, Babilonia Teatri cambia radicalmente la prospettiva su quella che è la storia d’amore più famosa della letteratura e rende protagonista del dramma una coppia unita da 50 anni. Quando l’età dei protagonisti cambia radicalmente, le parole d’amore da loro pronunciate assumono un’intensità inedita. Lo spettacolo presentato nell’ambito di Wordbox la scorsa stagione sta crescendo qui in questi giorni a Bolzano e verrà presentato in anteprima l’11 settembre al festival Shakespeariano al Teatro Romano di Verona. A gennaio sarà la volta di un altro debutto nazionale: quello di “Eichmann”, nuovo testo di Stefano Massini che racconta il dialogo tra la filosofa e politologa Hannah Arendt e Adolf Eichmann, colui che più di tutti incarna la traduzione della violenza in calcolo, in disegno, in schema effettivo. A interpretare questo atto unico di squassante semplicità saranno Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon, diretti da Mauro Avogadro. Ad aprile debutterà “Amleto” di Paolo Rossi e poche settimane dopo “Works”, spettacolo tratto dal memoir di Vitaliano Trevisan. In merito alla stagione di Bolzano faccio altri due nomi: in stagione ci saranno Pippo Delbono con “La Gioia” e Claudio Bisio, alle prese con un nuovo monologo teatrale scritto da Francesco Piccolo.

Siete riusciti comunque a realizzare produzioni o coproduzioni?

Con ostinazione siamo riusciti a mantenere salda la programmazione artistica per la stagione 2020/2021. Progettare e concretizzare progetti teatrali è il cuore dell’attività dello Stabile. Anzi, il sopraggiungere del Covid-19 ci ha spinto a stringere alleanze con altri teatri Stabili e ad ampliare gli sforzi produttivi. Quest’anno produrremo spettacoli con il Teatro Nazionale di Torino e lo Stabile del Veneto.

E spettacoli prodotti dal Tsb gireranno per l’Italia. Quali?

Nel corso di una sola stagione lo Stabile porta tre delle sue produzioni al Piccolo Teatro di Milano e nella stagione del Nazionale di Torino e cinque nuovi spettacoli a Venezia. Gli spettacoli del TSB toccheranno altre importanti piazze come Modena, Genova, Trieste, Ferrara, Padova, Treviso, Cesena, Trento, Brescia, Lugano e Bellinzona, solo per citarne alcune. Faremo tappa anche in Toscana e in Puglia. Vorrei ricordare inoltre che la nostra produzione “Pane o Libertà” di e con Paolo Rossi, le cui prove hanno riaperto il Teatro Comunale di Bolzano al pubblico il 4 giugno, è tutt’ora in tour ed è stato presentato con grande successo nella stagione estiva del Piccolo Teatro di Milano e a Genova. Sempre Rossi è stato protagonista di “Stand up Shakespeare”, da noi prodotto, con il quale ha incantato il Teatro Romano di Verona, a inizio luglio.

Quali sono le maggiori difficoltà che avete incontrato per realizzare tutto questo?

Il clima di assoluta incertezza può generare la paralisi del sistema teatrale e la bonaccia delle idee. Al TSB siamo stati sempre convinti di poter riprendere al meglio le nostre attività, la nostra ostinazione ha contagiato molti altri teatri. In quanto Teatro Stabile e teatro di rilevante interesse culturale, come da definizione MIBACT, non possiamo permetterci di perdere di vista le finalità per cui siamo stati fondati 70 anni fa: il “sostegno e diffusione del teatro nazionale d’arte”. E per sostegno si intende anche riportare al lavoro i professionisti del settore, tecnici, scenografi, attori.

Sappiamo che non ci saranno più gli abbonamenti. Come avverrà la vendita dei singoli biglietti?

Ad oggi non sappiamo ancora il numero esatto delle persone che potranno assistere agli spettacoli e quindi abbiamo deciso di congelare gli abbonamenti per questa stagione. Gli abbonamenti 2019/2020 potranno essere riconfermati nella stagione 2020/2021. Il 14 settembre apriamo la vendita dei biglietti singoli per tutti gli spettacoli. Le fasce di prezzo sono tre: €15 Euro per il biglietto intero, €10 il ridotto per i nostri abbonati, € 6 per gli under 26. Abbiamo concordato questa politica dei prezzi accessibili a tutti assieme al Teatro Cristallo, alle VBB e all’Orchestra Haydn. Particolare attenzione l’abbiamo riservata alle fasce di prezzo degli Under 26, che rappresentano l’80% di quelli che erano i nostri nuovi abbonati. I biglietti si potranno acquistare sul sito teatro-bolzano.it, alle casse del Teatro Comunale e a quelle del Teatro Cristallo. I ticket saranno in vendita dalle 19.30 alle 20.30 anche nei pressi del container del progetto “FUORI! Microteatro on the road”.

Come funzionerà il teatro per assicurare le norme sanitarie? Rispettiamo rigidamente i protocolli sanitari che provvediamo ad aggiornare costantemente secondo le direttive per proteggere i nostri dipendenti, gli spettatori e i nostri ospiti.

Dovevano esserci grandi festeggiamenti per i 70 anni del Teatro Stabile. Cosa siete riusciti a fare?

Viviamo in un periodo di teatro negato, la possibilità di organizzare spettacoli dal vivo va festeggiata al di là dell’anniversario dei 70 anni. Detto questo, stiamo portando a termine gran parte delle iniziative pianificate per celebrare un compleanno così importante: abbiamo in cantiere due pubblicazioni che verranno presentate a dicembre. Stiamo inoltre lavorando alla predisposizione di un archivio digitale per rendere accessibile a tutti on-line il materiale documentario e fotografico della storia dello Stabile bolzanino. Un lavoro immenso che abbiamo portato avanti anche durante la quarantena, un progetto che si ispira ai grandi teatri europei. Come accennavo prima, un momento di celebrazione sarà rappresentato dal progetto “FUORI! Microteatro on the road”. Preceduta da un Container posizionato sulla piazza dei singoli quartieri con al suo interno oggetti e attrezzature di scena, la compagnia darà vita a frammenti dei principali spettacoli della storia dello Stabile rielaborati da Roberto Cavosi, in maniera picaresca e piratesca. Mai come ora si sente la necessità di andare incontro alla gente. Gli interventi di teatro diffuso servono a questo: a recitare con il pubblico e non al pubblico.

Per lei e per il suo team cos’ha rappresentato il lockdown? Immaginiamo che sia stato un momento di riflessione sulla produzione, ma anche sulla fruizione del teatro in particolare e della cultura in generale...

Trovo assolutamente emblematico che i 70 anni del Teatro Stabile coincidano con un anno zero dal punto di vista teatrale, soprattutto se si considera l’aspetto della fruizione culturale. Per la prima volta nella storia del TSB, per esempio, si è costretti a rinunciare agli abbonati che costituiscono parte fondamentale dell’audience. Siamo senza rete, ma cerchiamo comunque di volare più in alto possibile. Abbiamo fiducia nei confronti degli spettatori bolzanini e siamo pronti a rivoluzionare completamente anche il modo di fare e proporre teatro: lo abbiamo fatto con il progetti Teatri Tascabili da portare nelle aule scolastiche, lo facciamo da anni con i progetti “FUORI!” e “WORDBOX”... continueremo a farlo e a sperimentare.

C’era la realtà prima del lockdown e c’è la realtà, anche culturale, dopo il lockdown. Lei come vede la fase che stiamo per affrontare?

Domanda complessa, visto che non siamo ancora usciti del tutto da questa situazione pandemica e il lockdown aleggia sulle nostre quotidianità. Quello che ho notato è che la quarantena ha amplificato enormemente le differenze tra le singole realtà culturali, sia quelle sul territorio provinciale sia quella in ambito nazionale. Durante il periodo di blocco degli spettacoli si è notato chiaramente quali sono gli orientamenti, le direzioni e gli orizzonti progettuali verso cui si muovono istituzioni o realtà simili. È emerso anche quali siano i terreni più fertili per incentivare una ripresa delle attività e quali siano gli orientamenti delle politiche culturali. Ancora una volta lo Stabile può dirsi fortunato.















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