Bolzano

Un paesaggio in movimento Ecco i 50 anni di storia dell’A22

Inaugurata a Fortezza l’esposizione che celebra una delle prime autostrade “montane” Mezzo secolo fa prendeva il via un cantiere che ha mutato la realtà socio-economica locale


Alessio Pompanin


BOLZANO. L’opera del secolo compie mezzo secolo. Il secolo è quello scorso, l’opera che compie 50 anni è un simbolo della regione, alla quale fa da sorta di bisettrice, trasportando, oltre agli automezzi, anche ricchezza e, certamente, esternalità negative: l’autostrada del Brennero. Cotanta opera, e un compleanno così rilevante, età tonda per eccellenza, rubando un termine alla demografia, merita come minimo una mostra.

E questa mostra è stata pensata, allestita e inaugurata, ieri sera, in un’altra opera di rilievo, quanto a dimensioni e, ancor di più, storia: il Forte di Fortezza. S’intitola «L’autostrada del Brennero, un paesaggio costruito in movimento», sottotitolo appunto «L’opera del secolo compie 50 anni», l’esposizione che occuperà le sale del Forte fino al 15 maggio del prossimo anno (orario 10 - 18, escluso il lunedì) e che di fatto rappresenta la prima ricostruzione storica della realizzazione della trasversale alpina, consentendo ai visitatori di ripercorrere, per immagini, la vicenda di questo capolavoro ingegneristico, nello scorcio temporale che da dal 1964 al 2014.

L’Autobrennero, giusto ricordarlo, è stata (ed è...) una delle prime autostrade montane al mondo e in concreto collega dal 1974 i popoli d’Europa. Il tracciato autostradale che, nell’altamente simbolico fulcro del Brennero, unisce il sud al nord attraverso il più basso valico delle Alpi, è l’infrastruttura fondamentale di un complesso intreccio di relazioni che ha notevolmente contribuito al progresso economico e socio-culturale della regione alpina. Tutto, entrando nel discorso più spiccatamente ingegneristico e di realizzazione concreta, ponendo nuovi parametri tecnici.

Il primo colpo di piccone per il collegamento Brennero - Verona su progetto esecutivo dei fratelli trentini Lino e Bruno Gentilini venne dato il 26 marzo 1964 a Trento e il primo lotto, Trento Nord - Bolzano Sud, venne aperto al traffico quattro anni più tardi, nel 1968. Nell’aprile del 1974, dieci anni dopo l’inizio dei lavori, il complesso degli impegnativi manufatti, ponti, viadotti e gallerie poteva dirsi completato. Già nel 1963, in Austria, nel Tirolo, il ponte Europa - all’epoca il più elevato ponte su piloni al mondo - aveva posto nuovi accenti nell’ingegneristica stradale.

La mostra inaugurata martedì, 8 luglio 2014, documenta l’impresa tecnico-ingegneristica della realizzazione dell’autostrada lungo la direttrice di più intenso traffico tra sud e nord e consente di gettare lo sguardo sugli antefatti della progettazione con riferimenti epocali. Nel Forte, dove il visitatore è accolto da veri piloni che richiamano quelli dell’autostrada, su un sottofondo (mai invasivo, tranquilli) di rumori e suoni interattivi, si sviluppa come un fil rouge la documentazione fotografica storica, accoppiata alle singole località indicate dal tracciato sul pavimento. In oltre 56 segnavia storici viene ricostruita dia- e sincronicamente la realizzazione dell’Autostrada del Brennero da Innsbruck a Modena.

Con una serie di gigantografie basate su pregevole materiale d’archivio, in gran parte inedito, viene fatta rivivere l’avvincente attività costruttiva della trasversale alpina. La mostra presenta oltre 250 immagini, dei principali studi fotografici della regione e del nord Italia, tra cui materiale d’archivio di Pedrotti, Eccher, Chiolini & Pavia, Vecchi, Gorzegno, Frass, Albrecht e altri. In questo viaggio nel tempo a partire dai dorati anni Sessanta vengono illustrate le prime fasi di realizzazione dei lotti nel tratto Fortezza - Vipiteno - Brennero che comprendono i viadotti tecnicamente impegnativi sopra Ponticolo e Colle Isarco nonché sul bacino artificiale di Fortezza. Vengono mostrati i restanti tratti da Bressanone sino alla pianura padana, così come il tratto al di là del valico che comprende i ponti emergenti Bergisel - Sill, Europa - Gries, Gschnitz e Lueg. Insomma, una documentazione di 360 chilometri di collegamento “su gomma”, da Modena al ponte Europa, fra passato e presente, con anche foto attuali, pro-raffronto.













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