BOLZANO. «In Alto Adige il mercato del lavoro è fermo». Anzi è in calo, visto il dato uscito ieri e riferito allo scorso mese di agosto: 702 occupati dipendenti in meno rispetto allo stesso mese del 2011, pari a -0,3 per cento. E anche i numeri riferiti al semestre marzo-agosto 2012 in rapporto al medesimo periodo dell’anno precedente offrono un quadro di sostanziale blocco: 286 occupati in più, pari allo 0,1 per cento su un totale di 194753 occupati dipendenti in totale. Per Stefan Luther - direttore dell’Ufficio osservazione del mercato del lavoro della Provincia - è il dato più eclatante della crisi economica in atto.

Il perché è presto detto. «A differenza di quanto accaduto nella precedente crisi di fine 2008-inizio 2009 quando in Alto Adige aumentava sì il numero dei disoccupati, ma allo stesso tempo cresceva di pari passo anche quello degli occupati, oggi siamo di fronte ad un mercato del lavoro fermo, pochissimi i settori che hanno possibilità di crescere», sottolinea Stefan Luther. Quest’ultimo cita come settori che risentono maggiormente della crisi «quelli dei trasporti e dell’edilizia», mentre sono in aumento - come occupazione - «alcuni ambiti del terziario e la realtà rappresentata dalla sanità e dall’assistenza sociale, dove a grandi linee si opera con un 70% di mano pubblica ed un 30% di privato».

Fin qui Luther. Per il resto, tornando ai dati dell’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro, da segnalare che nell’agosto scoso il numero dei disoccupati ammontava a 7.530 unità con 845 disoccupati in più (pari al 12,6%) rispetto allo stesso mese del 2011. Il dato della disoccupazione riferito al semestre marzo-agosto 2012 è del +10,9 per cento ( 907 unità) rispetto allo stesso semestre del 2011, ovvero 9.212 persone iscritte con stato di disoccupazione.

Segno meno anche per le offerte di lavoro: agosto 2012 su agosto 2011 segna un meno 14% (127 posti su 788) ed il semestre marzo-agosto 2012 offre un dato negativo del meno 19 per cento, ovvero 1.396 offerte d’impiego in meno rispetto allo stesso periodo del 2011.

Altro dato uscito ieri dalla Camera di commercio altoatesina e dall’Astat riguarda l’export altoatesino nel secondo trimestre di quest’anno (aprile-giugno). Le esportazioni sono ammontate a 904,5 milioni di euro, registrando una diminuzione pari all’1,5% rispetto allo stesso trimestre del 2011. Relativamente ai paesi dell’Unione europea si segnalano variazioni negative a due cifre delle esportazioni verso i Paesi dell’Est (ad eccezione della Lituania) e verso i Paesi maggiormente coinvolti dalla crisi economica (Spagna, Portogallo, Grecia). Bene invece le esportazioni verso Austria e Francia (rispettivamente +11,3% e +10,4%). Analizzando i paesi extra-Ue si registrano forti variazioni negative verso tutti i continenti ad eccezione dell’Africa, verso la quale le esportazioni sono praticamente raddoppiate. I numeri sull’export segnalano un dato sostanzialmente stabile se riferito alle cifre a partire dal quarto trimestre 2010, ovvero da quando si è superata per la prima volta la soglia dei 900 milioni di euro di esportazioni altoatesine.

Le destinazioni europee che assorbono la maggior quota di esportazioni sono Germania (34,5%), Austria (10,7%), Svizzera (5,6%) e Francia (5,4%). Verso questi paesi viene diretto complessivamente il 56,2% delle esportazioni. Fuori dall’Europa, Asia ed America assorbono rispettivamente una quota pari al 7,2% ed al 5,9% dell’export.

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