Carispa: l’utile netto a quota 14,4 milioni 

La proposta del cda: «Il 30 per cento in dividendi agli azionisti, il resto a patrimonio». Forte calo dei crediti deteriorati


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Carispa si rimette in piedi da sola e lo fa anticipando i tempi e superando obiettivi del piano industriale 2017-2021. Prima notizia: con il bilancio 2017 approvato ieri dal cda si torna all’utile. Quello netto è pari a 14,4 milioni di euro a livello di gruppo. La proposta del cda è quella di mettere a dividendo per gli azionisti 4,2 milioni (30% dell’utile) e il resto a patrimonio. L’assemblea dei soci è fissata per il 23 marzo prossimo e dovrebbe svolgersi in un’atmosfera più rilassata rispetto a quelle di qualche anno fa. Perché i numeri stanno dalla parte dell’attuale dirigenza. Ridotto il peso del credito deteriorato di 250 milioni di euro rispetto all’anno precedente, per attestarsi a quota 807 milioni a fine 2017. Se pensiamo che soltanto due anni prima si era a livelli pari a quasi 1,5 miliardi di euro, la diminuzione è notevole. Senza dimenticare che il livello di copertura è pari al 50,4 per cento e che il tutto, lo scorso anno, si è fatto senza operazioni di cessione crediti. Le rettifiche sui crediti, ovvero gli accantonamenti effettuati nel 2017 a fronte dei rischi creditizi, sono in forte calo attestandosi ad un valore pari a 30 milioni rispetto ai 43 milioni del 2016 (-29%) a dimostrazione di un efficace lavoro svolto per quanto riguarda il contenimento dei rischi.

Meno costi e più ricavi. Ecco perché ieri i vertici di Cassa di risparmio-Sparkasse erano soddisfatti dopo la riunione del consiglio d’amministrazione. «I risultati operativi della banca sono positivi con un grado di efficienza in crescita ed una solidità maggiore», evidenzia l’ad e direttore generale, Nicola Calabrò.

«Cassa di risparmio-Sparkasse si presenta agli azionisti ed ai propri clienti come una banca solida e performante. In occasione dell’aumento di capitale 2015 era stato presentato un programma di rilancio della banca che è stato puntualmente rispettato», ricorda il presidente Gerhard Brandstätter. «L’andamento economico è oggi espressione di una banca molto dinamica, capace di stare sul mercato e di crescere. Siamo convinti che il trend positivo avviato porterà anche nel 2018 a dare soddisfazioni agli azionisti», ancora Brandstätter, mentre il vicepresidente Carlo Costa pone l’accento sulla scelta fatta dai vertici Carispa di non stringere troppo sui costi. «Facile fare i tagli e poi spuntare qualche milione in più a bilancio, ma la banca ha un ruolo anche di volàno per l’economia». Dal suo massimo storico Cassa di risparmio ha oggi 35 filiali in meno. «Accorpamenti e non chiusure», sottolinea Brandstätter. Ma evidentemente meno filiali non significa meno clienti, visto che attualmente sono 202 mila. Poi, naturalmente oggi si va in filiale soprattutto per la consulenza. Mentre molto viene fatto online, come dimostrano anche i numeri di Carispa: oltre 60 mila clienti che utilizzano i servizi in internet. Senza dimenticare i cambiamenti nelle filiali e sistemi come Apple Pay, per il pagamento mobile.

Nel futuro «l’apertura a collaborazioni con altri istituti bancari», che «non significa aggregazioni», vedi quella ipotizzata in passato con Banca popolare-Volksbank. «Il risultato di crescita di oltre il 20% sul risparmio gestito è un dato che colloca la banca fra le realtà più performanti in Italia in questo settore strategico. Crediamo che l’attività di consulenza rappresenti un pilastro fondamentale nel futuro della nostra banca ed i risultati raggiunti ci confermano la forte capacità della nostra rete», afferma Calabrò.

«Altrettanto importante, oltre alla crescita dei finanziamenti e della raccolta diretta, la riduzione dei rischi. Siamo una banca che oggi si colloca sotto la media del sistema bancario per quanto riguarda gli indicatori di rischiosità e nello stesso tempo riesce ad aumentare gli indicatori di solidità patrimoniale», così l’ad di Carispa. L’indicatore primario di patrimonializzazione (il Cet 1 Ratio) si porta all’11,44% dall’11,02 di dicembre 2016. Migliora significativamente anche il grado di efficienza, con un Cost-Income-Ratio in significativa riduzione (-10 punti percentuali punti percentuali) e prosegue il percorso di riduzione dei rischi con un’incidenza del credito deteriorato (Npl ratio) che scende al 13,3% (-4,3 punti percentuali rispetto a fine 2016).

Il contributo complessivo al risultato netto consolidato del 2017 delle poste straordinarie, che non sono espressione dell’operatività ordinaria della banca, risulta complessivamente marginale, pari ad un valore netto di circa +0,3 milioni di euro. Tale effetto è legato ai costi sostenuti per il sostegno al sistema bancario nazionale tramite il pagamento dei contributi straordinari al Fondo di risoluzione (-2,8 milioni) e la perdita di valore del fondo Atlante (-3,5 milioni), compensato da utili da cessione di beni immobiliari (+3,0 milioni) ed il pagamento di dividendi straordinari da parte di una società partecipata per +3,6 milioni. I finanziamenti lordi verso la clientela, che ammontano a 6,1 miliardi di euro, registrano, relativamente alle posizioni non deteriorate, un incremento percentuale del +6,1%. Le nuove erogazioni di finanziamenti a medio lungo termine a favore di privati ed aziende ammontano a complessivi 785 milioni di euro.

Cresce anche la raccolta diretta di 242 milioni (+4,0%) attestandosi a 6.285 milioni rispetto ai 6.043 milioni del 2016. Questa crescita è la testimonianza di una sempre maggiore fiducia che i clienti manifestano verso la banca in un contesto in cui è sempre più importante creare un forte legame con la clientela. Ancora più forte la crescita della raccolta gestita, che raggiunge quota 1.320 milioni di euro (+20,3%).

Resta la questione del valore delle azioni. Facile che si rimanga intorno ai 10 euro per azione, visto il quadro macro del settore. Di certo si nota una certa vivacità nell’ultimo periodo a livello di scambi.

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Davide Pasquali

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