«Carispa, tornare banca del territorio»

Calabrò: normale seguire la strada indicata da Bankitalia, che però sulle nomine non ha alcuna voce in capitolo


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Qualche anno per rimettere in sesto la banca. Posizionarla al massimo come istituto di credito del territorio. Seguire nell’opera di risanamento quanto indicato da Bankitalia, con quest’ultima che però «nulla ha a che fare con la scelte del cda in tema di direzione generale». Risposta gelida a quelle forze politiche (M5S, Sel e Fratelli d’Italia) che hanno avanzato l’ipotesi di un suo possibile conflitto d’interessi sul tema dell’energia: «Sul mio lavoro in Aew si è espressa la proprietà, gli altri commenti non mi interessano». Ed ancora d’accordo con l’aumento di capitale che dovrà essere deliberato quest’anno dall’assemblea dei soci (sui 200 milioni di euro) e con l’altra scelta già fatta dal cda in merito agli esuberi di personale (160 unità). Per Nicola Calabrò - bolzanino, nato nel 1966, due figlie, un passato nel gruppo Intesa Sanpaolo, con la direzione di Btb da gennaio 2011 e quella di Aew dal luglio 2013 - ieri c’è stata l’ufficializzazione della scelta fatta dal consiglio d’amministrazione della Cassa di risparmio di Bolzano di nominarlo amministratore delegato e direttore generale della banca, di cui è uno - e lo rimarrà in quanto ad - dei 9 componenti del cda. Promette anche un occhio di riguardo per i piccoli azionisti.

Dottor Calabrò, quando inizierà il lavoro in Carispa?

«Posso immaginarmi che passerà qualche settimana nel passaggio tra Aew e Cassa di risparmio, trovando un equilibrio tra le cosa da finire in Azienda energetica e l’impellente necessità della banca di avere il vertice operativo».

Un parto difficile, quello legato alla sua nomina. Tra riunioni del cda, bocche cucite, scelte e ufficializzazioni in tempi differiti.

«Il tutto era solo legato dapprima ad un periodo di riflessione che mi ero preso per decidere, poi alla volontà di mettere al corrente l’azienda per cui stava lavorando».

E Banca d’Italia ci ha messo lo zampino?

«Escludo assolutamente che Bankitalia abbia formulato qualsivoglia richiesta in merito ad una candidatura, piuttosto che un’altra, per la direzione generale. Non è nelle sue competenze»

Ed allora perché la necessità di smentire tale ipotesi da parte dei vertici di Carispa.

«Solo perché alcuni organi di informazione, non il vostro, avevano avanzato l’ipotesi. Il cda ha scelto in assoluta autonomia sulla base di criteri previsti dalla normativa in vigore, a cui aggiungere conoscenza del teritorio e bilinguismo».

Non quindi un premio alla fedeltà del manager Nicola Calabrò?

«Se qualcuno conosce la situazione di Carisparmio, sa che la mia non è certo una poltrona dorata. Ci sarà da fare parecchio lavoro. In più lasciare Aew non è stato facile, soprattutto nella prospettiva post-fusione con Sel».

Comunque la normale attività di ispezione e controllo da parte dei funzionari di Banca d’Italia in Carispa è ancora in corso. Quando finirà e come intende muoversi rispetto ai rilievi che sono stati e verranno fatti.

«Credo che l’attività di controllo finirà a fine mese, poi ci sarà da fare tutto quanto è norma in casi di questo genere, si segue la strada indicata da Bankitalia».

Tra le indiscrezioni, quelle che vogliono un bilancio 2014 che per Carispa si chiuderà con un passivo anche superiore ai 150 milioni di euro.

«Aspettiamo di vedere esattamente il progetto di bilancio, inutile sbilanciarsi sulle cifre adesso».

Appare certo che nei prossimi mesi si procederà con l’aumento di capitale di 200 milioni di euro, mentre restano i 160 esuberi tra il personale della banca.

«D’accordo con le scelte già fatte dal cda. Per l’aumento di capitale vedremo se farlo con investitori istituzionali, oppure con il piccolo azionariato».

Come si muoverà una volta preso possesso dell’incarico in Cassa di risparmio?

«Da subito ci sarà il rilancio di Carispa come banca del territorio, sicuramente ci concentreremo su Bolzano e Trento, dove abbiamo le nostre radici».

Significa lasciare gli altri territori, magari in un futuro non prossimo?

«Non mi spingerei così in avanti».

La situazione in Cassa di risparmio non è rosea. L’attuale cda ha già invertito la rotta. Quanto tempo ci vorrà per vedere Carispa in acque più tranquille?

«Alcuni anni: se ne esce solo con un lungo periodo di lavoro. Ciò non vuol dire che avremo altri 2014: lo scorso anno è stata fatta la pulizia dei portafogli, con rilevanti accantonamenti sui crediti».

L’obiettivo finale?

«Macinare utili, con un ritorno alla redditività, aiutando imprese e famiglie».













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