Corsi per apprendisti Dopo dieci anni aumentano gli iscritti

Nelle scuole professionali si è tornati sopra le 3 mila unità Per le aziende sono la forza lavoro qualificata del futuro


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Nell’anno formativo 2015/16 c’erano 3.323 studenti a frequentare un corso per apprendisti nelle scuole professionali dell’Alto Adige. Rispetto all’anno scolastico precedente si sono registrati 392 (+13,4%) alunni in più. Considerando gli ultimi dieci anni scolastici invece si nota un calo del 18,6%. 194 gli studenti stranieri iscritti ad un corso per apprendisti, vale a dire 5,8 ogni 100 iscritti. I principali paesi di provenienza sono Albania (38) e Kosovo (22), che complessivamente costituiscono il 30,9% degli studenti stranieri presenti nei corsi specifici. Il 74,9% degli studenti apprendisti è di sesso maschile e la distribuzione per età evidenzia che il 65,5% degli studenti appartiene alla fascia compresa tra i 15 e 18 anni (dati Astat). L’indirizzo con maggior affluenza complessiva era quello riferito ad "Artigianato ed industria" (61,8%), seguito dai settori "Alberghiero ed alimentare" (23,2%), "Commercio e servizi" (11,4%), "Attività agricole" (2,3%) e "Sanità e sociale" (1,4%). L’indirizzo con il maggior numero di presenze maschili risultava essere l’"Artigianato ed industria" con il 72,5% del totale studenti di sesso maschile. Le studentesse prediligono invece il settore "Alberghiero ed alimentare" (32,5%).

Fin qui i numeri degli apprendisti iscritti nelle scuole professionali. Ma perché le aziende, oltre alla scuola, formano apprendisti? La risposta è contenuta in una ricerca dell’Istituto promozione lavoratori (Ipl). «Incidono in particolare il bisogno di assicurarsi una forza lavoro qualificata e l’abbattimento dei costi di produzione attraverso le prestazioni degli apprendisti, ma anche l’esigenza di migliorare l’immagine dell’azienda e di assumersi una responsabilità sociale», così lo studio dell’Ipl. L’utilità dell’apprendistato per l’impresa si deve relazionare anche con i relativi costi. Studi effettuati nei paesi dell’area tedescofona rilevano che il rapporto costi/benefici dell’apprendistato di regola già dopo pochi mesi è a favore delle aziende. Il principale fattore di costo va invece individuato nella mancata compatibilità tra l’azienda formatrice e l’apprendista. «È su questo punto che bisogna lavorare per rendere l’apprendistato più attrattivo per le aziende e per i giovani. Anche in Alto Adige bisogna porre maggiore attenzione al rapporto tra costi e benefici, sia dal punto di vista dell’apprendista che da quello dell’impresa formatrice », afferma l’Ipl.

Negli ultimi anni vari studi empirici hanno analizzato in che misura l’occupazione di apprendisti comporti un “utile netto” per le aziende. Recenti indagini effettuate in Svizzera parlano di un ricavo reale per le aziende: in due terzi dei casi il rapporto con l’ apprendista comporta già durante la formazione di base un guadagno per l’impresa, che aumenta ancora se si considera anche il risparmio sui costi altrimenti sostenuti per la ricerca di forza lavoro qualificata. Da ricordare, infine, che di recente per il settore industria è stato sottoscritto l’accordo territoriale sull’apprendistato tra sindacati ed Assoimprenditori.













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