Dall’export può arrivare almeno un altro miliardo

Biasi (Assoimprenditori): «Abbiamo un potenziale inespresso attorno al 20%» Due rilievi: le difficoltà di accesso al credito e una spesa pubblica ingessata


di Massimiliano Bona


BOLZANO. L’export come traino della crescita altoatesina - con un potenziale inespresso attorno al 15-20% - una spesa pubblica ingessata, le prospettive per l’occupazione e la necessità di una maggiore collaborazione delle banche per quanto attiene il credito alle aziende: sono stati questi i temi chiave della relazione di Vinicio Biasi, vicepresidente di Assoimprenditori intervenuto ieri alla presentazione del rapporto della Banca d’Italia.

L’export. Nel 2013 le imprese altoatesine sono riuscite a vendere all’estero prodotti per 3,8 miliardi di euro. «Nel 2009 - sottolinea Biasi - eravamo ancora fermi a 2,7 miliardi. In quattro anni, quindi, le esportazioni sono salite di oltre un miliardo. Espresso in termini percentuali, l’aumento rispetto al 2009 è stato del 40%. Senza export, in questi cinque anni, il Pil altoatesino sarebbe calato del 5%». Quella di ieri era peraltro la sede ideale per pensare a traguardi (importanti) da porsi per il medio-lungo periodo. «Anche perché - prosegue Biasi - il potenziale che abbiamo è ancora alto: la relazione che ci è appena stata presentata stima in un 20% i margini di miglioramento sul fronte dell’export. Significa aumentare l’export di circa un altro miliardo ancora: un obiettivo ambizioso, ma che dobbiamo porci tutti assieme. Perché nonostante l’eccezionale performance degli ultimi anni, le esportazioni altoatesine sono ancora pari al 20% del Pil, quando la Lombardia, il Tirolo e il Veneto sono già oltre il 30%. Per farlo, dobbiamo recuperare le aziende che ancora non esportano, ma allo stesso tempo dobbiamo cercare di diventare più competitivi come territorio».

Il credito alle imprese. Assoimprenditori sottolinea come il mercato del credito sia sempre meno accessibile alle imprese. «Leggiamo nella relazione che da marzo 2012 i prestiti sono in continua diminuzione: se a fine 2011 ammontavano a 15,4 miliardi, oggi siamo scesi a 14,4. In pratica, rispetto al 2011 alle nostre imprese manca un miliardo di euro di liquidità. La relazione parla di spread in aumento, di maggiori garanzie richieste, di ulteriori costi e commissioni chiesti alle imprese. Tutto questo quando il costo del denaro in Europa è ai minimi storici. In questo contesto, l’aumento della domanda del credito da parte delle aziende altoatesine fatta registrare dall’indagine della Banca d’Italia nel secondo semestre del 2013 è un segnale incoraggiante. Significa che le nostre imprese hanno ancora voglia di investire».

Spesa pubblica e tributi. Realistico l’approccio di Assoimprenditori. «Non si può non notare come il bilancio provinciale sia ancora ingessato per tre quarti dalle spese correnti. In provincia di Bolzano la pressione tributaria nel 2013 era pari a 8.164 euro. È il dato più alto degli ultimi cinque anni, ma non è solo questo che colpisce: a fronte di questi 8.164 euro di tributi pagati da ogni singolo cittadino, abbiamo una spesa corrente pro capite che supera i 6.500 euro».

Il lavoro. Tra il 2010 e il 2012, quindi in un triennio in cui l’economia altoatesina è rimasta praticamente stabile, le aziende più innovative hanno assunto 1.200 nuovi collaboratori. Oltre la metà erano giovani con meno di 30 anni. «Significa - ha concluso Biasi - che nelle nostre aziende il lavoro c’è. Dirò di più: nonostante tutte le difficoltà, i posti di lavoro in Alto Adige in 10 anni sono saliti da 163 a 190 mila occupati dipendenti».

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