Esplode la rabbia operaia «Ci hanno presi in giro»

Ieri la protesta dei lavoratori Solland Silicon: «Troppe promesse finite nel nulla» Si aspettano gli stipendi arretrati, mentre continua la cassa integrazione


di Ezio Danieli


BOLZANO. Quasi quattro anni di cassa integrazione e, per ora, senza ancora quella chiarezza sulla ripresa dell'attività produttiva. In più c'è la mancata corresponsione degli stipendi di luglio ed agosto e le voci, che si diffondono di continuo in merito al futuro della stabilimento della Solland Silicon (ex Memc) che dovrebbe produrre il policristallo.

C'era tanta rabbia ieri mattina davanti allo stabilimento di Sinigo dove, un'ottantina di operai hanno manifestato la loro protesta assieme ai sindacati territoriali. Neppure il versamento di 500 euro, come acconto dello stipendio di luglio (tra l'altro non tutti hanno ricevuto quanto previsto) è servito a mitigare gli animi. Gli operai, anche con due cartelloni affissi all'entrata della fabbrica, hanno protestato contro la proprietà della Solland Silicon, contro il ministero e la Provincia, prendendosela anche con i sindacati, hanno dichiarato, a gran voce, di sentirsi "presi in giro, di continuo, dalle false promesse fatte fino ad ora".

Maurizio Albrigo della Cisl e Stefano Schwarze della Cigl hanno ribadito che "dopo l'acconto versato sulle spettanza di luglio, entro il 24 settembre la Solland Silicon deve pagare il saldo per il mese di luglio, entro il 5 ottobre un anticipo di 500 euro dello stipendio di agosto ed entro il 15 ottobre deve essere saldato tutto lo stipendio di agosto oltre al resto delle spettanze dei lavoratori. Se una sola delle scadenze fissate non verrà rispettata noi, tutti d'accordo, presenteremo istanza fallimentare al Tribunale".

«Siamo esasperati e non si intravede una via d'uscita. Non riceviamo lo stipendio da mesi, la produzione è ancora ferma, le voci si diffondono ma poi vengono completamente smentite», afferma Fabio Casagrande. Giovanni Riccobono ricorda che «siamo in cassa integrazione oramai da quattro anni. Mi piacerebbe sapere cosa pensano al ministero ed in Provincia della situazione in cui ci siamo cacciati fidandosi ciecamente delle varie promesse fatte dal signor Pugliese. Per fortuna che le sue condizioni era le migliori fra chi voleva acquistare il reparto del policristallo. È diventato il proprietario senza pagare, per ora, neppure un euro. Inoltre non ci paga lo stipendio da mesi». Fabrizio Agosti è uno dei fornitori di servizi alla Solland Silicon. Ha accumulato crediti, finora, per 100 mila euro: "La nostra è una ditta familiare che s'è fidata della proprietà della fabbrica. Abbiamo anche assunto un operaio che ora siamo stati costretti a mettere in cassa integrazione. Nella nostra situazione ci sono altre ditte".

Nei guai, seri, c'è anche Giovanni De Nicolò. Mostra il portafoglio desolatamente vuoto. Poi dice «che s'è fatta già viva Equitalia che vuol riscuotere ciò che devo. Ma come faccio a pagare se non ho un euro. In compenso a casa ho un figlio di sei anni che va a scuola e la moglie incinta di sei mesi. Mi dite voi come faccio? Tra l'altro l'acconto di 500 euro io non l'ho ancora ricevuto». La rabbia è diffusa, percepibile. Come anche un senso di rassegnazione. Dice Maurizio Albrigo: «Siamo perplessi anche dopo la notizia che Pugliese avrebbe sottoscritto un verbale di intesa col gruppo giordano Panmed che entrerebbe in Solland Silicon con 10 milioni di euro diventando quindi socio di minoranza in quella che diventerà una società per azioni. A parte che è tutto da verificare se la comunicazione di Pugliese è reale oppure no, è il mercato che detta le condizioni. Se qui a Sinigo si vende fra i 25 ed i 30 euro al chilo di policristallo, la concorrenza pratica un prezzo dai 14 ai 17 dollari. È troppo ampio il divario».

Prossimo appuntamento, per cercare di capirci qualcosa, quello di venerdì in Provincia quando i sindacati e la Rsu saranno ricevuti dall'assessore Marta Stocker alla quale sarà chiesto un impegno a favore dei lavoratori.













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