Gli artigiani: «Mantenere gli aiuti in conto capitale»

Il presidente Lanz: continuiamo a investire nel rinnovo di attrezzature e impianti Servono contributi fino a 50 mila euro e facilitazioni per il fondo di rotazione


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Gli artigiani chiedono alla Provincia il mantenimento dei contributi in conto capitale. «Per rinforzare gli imprenditori in modo sostenibile e per consentire un aumento della competitività è necessario un contributo all’economia capace di arrivare in modo semplice e veloce alle imprese». Questa la richiesta elaborata dai funzionari lvh.apa in occasione dell’ultima riunione associativa dei membri di diritto.

Con una quota d’investimento pari al 25%, l’Alto Adige occupa una posizione di vertice a livello europeo. Ciò significa che gli imprenditori altoatesini continuano ad investire nell’acquisizione e nel rinnovamento dei propri impianti tecnici, ad accrescere la propria gamma di prodotti e ad implementare costantemente la propria formazione. La conseguenza: vengono creati nuovi posti di lavoro, nuove offerte giungono sul mercato e la forza dell’economia aumenta.

Da quando tuttavia è stato deciso lo stop ai contributi, a regnare è una grande insicurezza, “utile” soltanto per accrescere la rabbia degli artigiani altoatesini. Alcuni giorni or sono i vertici di lvh.apa Confartigianato Imprese si sono riuniti per discutere sulle necessarie misure di sostegno che devono essere garantite alle imprese artigiane.

Nell’occasione i presenti hanno convenuto sulla necessità di mantenere i contributi in conto capitale per investimenti fino a 50.000 euro e sull’urgenza di ammorbidire i criteri d’accesso al fondo di rotazione. «Le piccole imprese altoatesine dipenderanno anche in futuro dai contributi. - afferma il presidente di lvh.apa Gert Lanz - Al contempo il fondo di rotazione rappresenta indubbiamente uno strumento di sostegno adeguato, a patto di rendere possibile l’accesso a quest’ultimo anche per le nostre aziende. In particolare nell’edilizia sono assolutamente cruciali maggiori incentivi agli investimenti, condizione necessaria per rivitalizzare questo settore».

Sempre nel corso dell’incontro, si è discusso anche in merito alle nuove decisioni relative al regolamento dell’Iva per gli incarichi svolti in favore della pubblica amministrazione. A partire dal 1° gennaio scorso infatti, nelle fatture emesse alla pubblica amministrazione viene pagato soltanto l’importo della fattura senza Iva. Quest’ultima viene invece pagata direttamente dalla pubblica amministrazione all’Erario e di conseguenza non viene incassata da chi ha emesso fattura. «Visto che le imprese devono comunque continuare a versare l’Iva sull’acquisto dei materiali, questa soluzione rischia di condurre ad ulteriori problemi di liquidità», sottolinea Lanz. L’associazione provvederà nelle prossime settimane a seguire entrambe le questioni e si occuperà di proporre possibili modifiche e adeguamenti di concerto con i rappresentanti politici competenti.













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