Inail: Covid preso sul lavoro, responsabilità solo se c’è dolo 

Il nodo dei contagi. La precisazione dell’Istituto dopo la sollevazione degli imprenditori Soddisfatta la Cna: «Questo virus non può essere assimilato a un normale rischio lavorativo»



Bolzano. L’infortunio sul lavoro per Covid-19 non è collegato alla responsabilità penale e civile del datore di lavoro. L’Inail lo precisa in una nota, sottolineando che il datore di lavoro risponde penalmente e civilmente delle infezioni di origine professionale solo se viene accertata la propria responsabilità per dolo o per colpa.

Il chiarimento è affidato a una nota ufficiale, dopo le fortissime proteste delle aziende di tutto il territorio nazionale, con l’Alto Adige in prima fila, e raccolte dalla ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo sulla questione. A precoccupare le imprese è l’assunzione di responsabilità del contagio di un lavoratore, con pesanti implicazioni sul piano civile e penale, tanto che c’erano stati dubbi anche sulle riaperture per questa responsabilità che sembrava una sorta di spada di Damocle per gli imprenditori.

L’Inail ora chiarisce: «Sono diversi i presupposti per l’erogazione di un indennizzo Inail per la tutela relativa agli infortuni sul lavoro e quelli per il riconoscimento della responsabilità civile e penale del datore di lavoro che non abbia rispettato le norme a tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Queste responsabilità devono essere rigorosamente accertate, attraverso la prova del dolo o della colpa del datore di lavoro, con criteri totalmente diversi da quelli previsti per il riconoscimento del diritto alle prestazioni assicurative Inail. Pertanto, il riconoscimento dell’infortunio da parte dell’istituto non assume alcun rilievo per sostenere l’accusa in sede penale, considerata la vigenza in tale ambito del principio di presunzione di innocenza nonché dell’onere della prova a carico del pubblico ministero. - si legge ancora nella nota diramata dall’Istituto - E neanche in sede civile il riconoscimento della tutela infortunistica rileva ai fini del riconoscimento della responsabilità civile del datore di lavoro, tenuto conto che è sempre necessario l’accertamento della colpa di quest’ultimo per aver causato l’evento dannoso».

Cna Trentino Alto Adige ritiene «positiva la nota diffusa dall’Inail». Un chiarimento che conferma quanto sostenuto dalla Cna: «prevedere la copertura dell’Inail in caso di contagio a garanzia dei lavoratori non può trasformarsi nella colpevolizzazione degli imprenditori rispetto a una fattispecie come il Covid-19».

«Questo contagio non può essere assimilato a un normale rischio lavorativo tenuto conto della situazione di pandemia. Le imprese, naturalmente, continueranno a mettere in atto tutte le misure necessarie a contrastate il contagio sui luoghi di lavoro».

CNA però ritiene necessario che l’indicazione dell’Inail venga ulteriormente rafforzata da un intervento legislativo «in modo da prevenire possibili derive interpretative e porre fine all’incertezza giuridica che oggi grava sui datori di lavoro».













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