L’export fa volare il Pil, crescita superiore al 2% 

In Alto Adige. Ma il 2019 parte al rallentatore. Le stime scendo: dall’1,3 all’1,6 per cento Comunque molto meglio che nel resto d’Italia. Tirano ancora l’export e la spesa turistica 



Bolzano. Mentre nel resto d’Italia l’economia non decolla, l’Alto Adige fa registrare tassi di crescita superiori non solo a quelli nazionali, ma anche a quelli della Germania. L’istituto di statistica provinciale Astat e l’Istituto di ricerca economica della Camera di Commercio concordano infatti su un tasso di crescita del Pil per il 2018 pari al 2,1 per cento. Ottimistiche anche le stime per il 2019, pur con qualche preoccupazione all’orizzonte: la crescita stimata dell’1,3 per cento è infatti sensibilmente inferiore alle attese di un anno fa.

“La dinamica espansiva dell’economia altoatesina appare sostenuta in particolare dalle esportazioni e dalla spesa turistica”, scrive l’Astat nel suo rapporto sull’andamento del Pil. Numeri che tradotti significano che tanto più un territorio è competitivo a livello internazionale, aperto e raggiungibile, tanto più riesce a creare valore aggiunto.

La conferma ai dati Astat arriva dall’Ire nel suo rapporto mensile diffuso ieri: la stima del Pil altoatesino per il 2018 è identica a quella dell’Astat – più 2,1 per cento. Per il 2019 le previsioni sono invece leggermente differenti: secondo l’istituto di statistica provinciale la crescita economica durante l’anno in corso sarà pari all’1,6 per cento, mentre l’Ire punta su un più prudente più 1,3 per cento. Rispetto a pochi mesi fa, quando la previsione era ancora attorno all’1,8 per cento, si tratta di una sensibile diminuzione, anche se si tratta comunque di un dato molto superiore alla crescita zero prevista per l’Italia nel suo complesso.

Positivo anche lo sviluppo riguardante il numero di imprese. A fine marzo erano iscritte al Registro della Camera di commercio 58.418 aziende. Rispetto allo stesso mese dell’anno scorso il loro numero è leggermente aumentato (+0,1%). Bene i servizi privati (+2,4%), il manifatturiero (+0,5%), il turismo (+0,4%) e l'edilizia (+0,2%), mentre si registra un calo nel commercio (-1,4%) e nell'agricoltura (-0,4%).

Prosegue la corsa dell’occupazione: a marzo gli occupati dipendenti in Alto Adige erano oltre 211 mila con aumenti particolarmente marcati nell’industria manifatturiera ed edile e nei servizi. Il tasso di disoccupazione, ricorda l’Ire, è sceso al 2,6 per cento nell’ultimo trimestre del 2018 e al 2,9 per cento su base annua.

Tutto positivo? In realtà le preoccupazioni non mancano, come spiega l’Astat proprio in riferimento al commercio internazionale: tra i fattori di incertezza che segnala l’istituto di statistica provinciale ci sono in particolare le prossime mosse delle Banche centrali, le trattative per la Brexit tra UE e Gran Bretagna, la politica economica degli Stati Uniti e altri conflitti geopolitici. Fattori che in parte hanno già fatto sentire i propri effetti con un rallentamento della dinamica delle esportazioni proprio nell’ultima parte del 2018. Se il dato relativo all’intero 2018 è comunque il più alto mai registrato in Alto Adige con merci e prodotti venduti all’estero per oltre 4,8 miliardi di euro, nel quarto trimestre del 2018 si è registrato un calo del 2 per cento rispetto al medesimo trimestre del 2017, in particolare per via del forte rallentamento delle esportazioni agricole (-24,2%) penalizzate dal calo del prezzo di mercato delle mele.













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