«La burocrazia costa 5 mila euro l’anno per singola azienda»

Corrarati: la Provincia non ha fatto passi da gigante sul tema Lanciata una banca dati nazionale per confrontare i territori



BOLZANO. Ventidue miliardi l’anno. È il costo che la burocrazia scarica sulle imprese artigiane, micro, piccole e medie. Per semplificare, mediamente si tratta di 5 mila euro l’anno a impresa, 16 euro al giorno, due euro all’ora. Lo certifica una indagine del Centro studi Cna dedicata a “Piccole imprese e Pubblica amministrazione: un rapporto (im)possibile”. Indagine condotta su un campione, rappresentativo del settore, di 1.035 imprese associate alla Confederazione (4 su 5 con meno di dieci addetti) sul modello di un’analoga iniziativa svolta tre anni fa.

«Cna è già al lavoro - spiega Claudio Corrarati, presidente regionale dell’organizzazione di artigiani - per organizzare e lanciare “Comune che vai burocrazia che trovi”, la più grande banca dati nazionale sul funzionamento degli uffici pubblici nel rapporto con le piccole imprese. Come abbiamo fatto, con successo, con l’altra grande operazione nazionale intitolata “Comune che vai, fisco che trovi” che misura le grandi differenze di pressione fiscale sulle imprese tra i comuni italiani con lo stesso criterio e con lo stesso scrupolo misureremo, dati alla mano, i tempi e i costi di adempimento delle principali pratiche amministrative. Metteremo a confronto, in una logica di piena trasparenza, amministrazioni e territori».

Per compiere tutti gli adempimenti richiesti dalla Pubblica amministrazione, nel 41,3% delle imprese coinvolte si bruciano fino a tre giorni lavorativi al mese, nel 32,2% fino a cinque, nel 9,1% fino a dieci e nel 6,8% oltre dieci, mentre nel 10,7% s’impiega meno di una giornata lavorativa. La consulenza di soggetti esterni è molto diffusa: il 46,5% delle imprese se ne avvale sempre (erano il 61,1% tre anni fa) e il 36,6% spesso (contro il precedente 32,2%). «Questo dispendio di tempo, risorse ed energie - afferma Corrarati - zavorra il sistema Paese: quasi nove imprese su dieci (l’89,7%) ritengono che la cattiva burocrazia costituisca un ostacolo serio alla competitività. Anche la Provincia di Bolzano ad oggi non ha fatto passi da gigante su questo tema. Non possiamo continuare ad essere primi in Italia per crescita dell’export, tasso di disoccupazione ed occupazione giovanile contando solo sulle forze delle aziende. È necessario dare alle imprese un vero aiuto togliendo la burocrazia non produttiva. Se ai 5 mila euro di media di costo della burocrazia aggiungiamo l’Imi per i locali adibiti ad archivio delle carte e la tassa sui rifiuti, arriviamo a 10-12.000 euro l’anno di spesa che nulla ha a che fare con la produzione aziendale».

Ma quali sono gli elementi che pesano di più? La complessità delle norme rimane di gran lunga il principale problema sofferto: il 67,8% delle imprese boccia la qualità legislativa italiana sia per la scarsa chiarezza sia per la stratificazione, nel tempo, di provvedimenti spesso motivati dall’urgenza. A livello settoriale sono le imprese edili (74,3%) e i fornitori di servizi alle imprese (71,4%) a patire maggiormente la complessità delle norme. Tra i problemi più acuti, a grande distanza, la quantità elevata di informazioni (43,8%) chieste dall’amministrazione pubblica e la lentezza della macchina burocratica (27,5 per cento).













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