La cassa integrazione cala del 37,9% in Alto Adige

Lo scorso anno sono stati interessati 2.111 lavoratori contro i 3.399 del 2013 Serafini (Uil): in provincia la situazione è migliorata, ma servono investimenti


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Cassa integrazione, la situazione peggiora in sede nazionale e migliora, invece, in ambito provinciale, secondo i dati riferiti al 2014. «Nella nostra provincia si registra un andamento decisamente diverso dai dati nazionali. Infatti constatiamo una netta diminuzione di domande di ricorso alla Cig, con un andamento non molto differenziato delle tre le gestioni della cassa inegrazione, ordinaria, straordinaria e in deroga», afferma il segretario della Uil altoatesina, Toni Serafini.

In Alto Adige complessivamente lo scorso anno, rispetto al 2013, la diminuzione delle ore di Cig è stata pari al 37,9 per cento. «La stima dei lavoratori in Cig passa dai 3.399 del 2013 ai 2.111 del 2014, con una diminuzione di ben 1.288 lavoratori. Ricordiamo inoltre che in sede provinciale l’utilizzo reale delle richieste Cig» è attorno al 70%, ancora Serafini, commentando i dati della Uil nazionale. «In sede provinciale registriamo un netto miglioramento del 2014 rispetto sua al 2013 che al 2012, ma non dobbiamo accontentarci, fermarci, anzi necessitano sempre più investimenti sia pubblici che privati innanzitutto in edilizia: risanamento, riqualificazione, risparmio energetico, ma anche maggior credito alle aziende e alle famiglie da parte delle banche, ad iniziare da quelle di territorio», ancora il segretario Uil. Il sindacato ritiene quindi fondamentale che anche in sede nazionale si torni a ragionare sul lavoro, rilanciando l’economia, investendo di più nel settore edile ede industriale sempre con un occhio attento ad uno sviluppo sostenibile. «Serve innanzitutto creare lavoro, sia in provincia che in Italia», sottolinea Serafini.

A livello italiano, nel 2014, l’enorme richiesta di ore di cassa integrazione straordinaria (che raggiunge il tetto più alto dall’inizio della crisi, assorbendo il 56,2% delle ore autorizzate nell’anno), è un evidente segnale di forte sofferenza strutturale delle grandi imprese. «Ma occorre porre molta attenzione anche alle ore autorizzate di cassa in deroga che continua ad essere molto richiesta da un tessuto produttivo fragile, nonostante l’insufficienza di risorse. Il vero allarme, però,  suona per quello che succederà nel 2015 quando, per scelta politica del governo, verranno tagliati 7 mesi su 12 a chi ne farà richiesta: si mettono a rischio, così,  circa 100.000 lavoratori», sottolinea la Uil. Nel momento in cui il governo si accinge a riformare, con i prossimi decreti legislativi,  la cassa integrazione, è sempre più necessario tener conto dei rischi “sociali” che eventuali scelte limitative provocherebbero e, soprattutto, rivedere  in crescita gli stanziamenti previsti per il 2015.













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