La frenata della disoccupazione

Tasso al 4%. Ma L’Ipl invita alla prudenza: «Situazione ancora delicata, ancora 10 mila persone senza lavoro»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Come dicono gli statistici, nel secondo quartale del 2014, ossia nel secondo trimestre dell’anno in corso, in Alto Adige il tasso di disoccupazione si è attestato sul 4%, il cosiddetto tasso naturale, ossia strutturale, normale, per così dire inevitabile. Apparentemente, un fatto rassicurante. Lo dicono i dati di uno studio Astat sull’occupazione. Ma gli specialisti dell’Istituto per la promozione dei lavoratori ora mettono in guardia: non siamo usciti dalla crisi, la disoccupazione non è diminuita, ha soltanto smesso di crescere. E non è la stessa cosa.

Nel secondo semestre del 2014 il tasso di occupazione, calcolato come percentuale degli occupati sul totale delle persone in età compresa tra i 15 e i 64 anni si è attestato sul 70,2%. Ciò significa, spiega l’Astat, che in provincia di Bolzano circa il 70% delle persone in questa fascia di età è occupato. Il tasso di occupazione, come sempre fino ad oggi, è nettamente più alto tra gli uomini (78,5%) che tra le donne (61,8%). Il 6,2% degli occupati lavora in agricoltura, il 22,2% nell’industria e il 71,6% nel terziario. Queste cifre scaturiscono da una rilevazione Istat sulle forze di lavoro. Il tasso di disoccupazione congiunturale, definito come il rapporto tra le persone in cerca di occupazione e il totale delle forze di lavoro, nel secondo trimestre del 2014 si è attestato sul 4%.

Il tasso per gli uomini ammonta al 4,2%, quello per le donne al 3,8%. Il tasso tendenziale, cioè la media mobile ottenuta mediando il valore del trimestre con i valori dei tre trimestri precedenti, è invece del 4,3%. Il numero di persone in cerca di lavoro nel secondo trimestre 2014 ammonta a 10.200.

Dati positivi, per carità, «ma si eviti l’euforia», commenta Stefan Perini dell’Istituto per la promozione dei lavoratori. «Intanto si tratta di un dato puntuale, perché il tasso di disoccupazione tendenziale, dato dalla media di quattro trimestri, si attesta al 4,3%, superiore al tasso naturale del 4%».

Se confrontiamo i dati Istat, nel secondo quartale 2014 il tasso dall’anno scorso a quest’anno è sceso dal 5,4% al 4%.

«Potrebbe sembrare che siamo tornati al tasso naturale, ma non è così. Bisogna essere cauti, non vorrei che la politica mal interpretasse». Lo studio Astat-Istat ha due pecche: «È un’indagine campionaria e può essere soggetta a errori statistici; poi, anche se pochi lo sanno, tutto dipende da cosa si intende per occupato. Per l’Istat occupato è chi ha lavorato almeno un’ora (retribuita) la settimana prima dell’indagine campionaria». Tutt’altra storia, evidentemente, emergerebbe se la domanda posta al campione fosse: «Hai un reddito che ti permette di arrivare a fine mese?»

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