Lavoro, forti differenze tra quartieri delle città

Nel capoluogo lavoratori autonomi e liberi professionisti risiedono a Gries e nel centro storico (parte nord). Nella città del Passirio è Maia Alta la più agiata


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Che il mercato del lavoro, in Alto Adige, presentasse differenze strutturali tra i diversi comuni lo si poteva intuire, era forse più difficile prevedere che i dati fossero così profondamente diversi anche all'interno delle singole città. La conferma è giunta ieri con la presentazione da parte dell'assessora Martha Stocker di uno studio dell'Osservatorio provinciale mercato del lavoro: gli esperti hanno analizzato l'occupazione di diverse zone di Bolzano, Merano e Bressanone, scoprendo variazioni sensibili anche a poche decine di metri di distanza. «Questi dati georeferenziati - sottolinea Stocker - ai quali se ne aggiungeranno a breve altri, rappresentano uno strumendo fondamentale per pianificare in maniera più efficace e mirata le strategie più adeguate per la vita economica, sociale e culturale dei nostri Comuni». «Si tratta di una banca dati probabilmente unica in Italia che mettiamo a disposizione di istituzioni e privati», aggiunge il direttore della Ripartizione lavoro Helmuth Sinn, mentre il direttore dell'Ufficio osservazione mercato del lavoro, Stefan Luther spiega che "per l'analisi sono stati presi in considerazione dieci indicatori".

Per quanto riguarda Bolzano, emerge un forte dualismo tra Gries/San Quirino e la parte nord del centro rispetto alle aree confinanti con la zona industriale. In tema di disoccupazione (9% la media cittadina), infatti, pur avendo tutte le zone un tasso relativamente ridotto di lavoratori dipendenti, Gries e la parte nord del Centro possono contare su un dato molto più basso di non occupati. Un fatto che non può che risalire all'elevata presenza di lavoratori autonomi e liberi professionisti. Mentre al contrario, in altri quartieri la forte presenza di stranieri porta ad una maggior numero di persone residenti senza occupazione.

Dati in contrapposizione anche a Merano, dove si notano differenze marcate tra il quartiere più agiato di Maia alta e le zone meno "fortunate" del centro storico e di Maia Bassa. I valori migliori, sia in termini di occupazione che di disoccupazione, si registrano invece a Bressanone, che spicca anche per l'assenza di differenze particolarmente marcate tra i singoli quartieri, anche se i valori per la zona intorno alla stazione dei treni e per il centro storico sembrano indicare maggiori difficoltà rispetto al resto della città. Tutti i dati dello studio presentato all'interno del numero di Mercato del lavoro news.

Tornando al capoluogo le parti settentrionali di Gries e del Centro, così come la zona di via San Quirino, registrano un basso tasso di occupazione dipendente. Anche le zone nei pressi di via Brennero, piazza Verdi e via Bari registrano un basso tasso di occupazione dipendente. Considerando solo la popolazione femminile, la situazione che si presenta è simile seppur con qualche differenza. In molte zone della città (tra cui Aslago, i dintorni di via Druso e la zona nord di Gries) il tasso di occupazione dipendente femminile è più alto rispetto al tasso riferito a tutta la popolazione: è probabile che ciò sia dovuto a una maggior propensione da parte degli uomini residenti in tali zone a scegliere un lavoro di tipo autonomo.

Vi sono tuttavia certe aree (alcune nei paraggi di via Brennero e altre nella zona tra via Milano e via Bari) dove il tasso di occupazione femminile è minore rispetto a quello complessivo.













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