Mercato del lavoro: industria e turismo trainano gli occupati

A luglio in Alto Adige c’erano 195.978 dipendenti (+1,1%) Calano, invece, i disoccupati: 2.600 quelli di lunga durata


di Maurizio Dallago


BOLZANO. I dati parlano chiaro e, mese dopo mese, indicano un trend. A livello di occupazione l’Alto Adige può tirare un sospiro di sollievo. Ieri sono usciti i «numeri» relativi allo scorso luglio. In provincia di Bolzano gli occupati dipendenti erano in totale 195.978 con un aumento dell’1,1 per cento rispetto allo stesso mese del 2014, ovvero 2.150 persone in più come forza lavoro. Al contempo, sempre per lo stesso periodo, i disoccupati erano 9.616: con una diminuzione del 3,6 per cento (362 senza lavoro in meno in termini assoluti).

«I dati di luglio confermano quelli degli ultimi 3-4 mesi e possiamo affermare che l’anno sta andando bene dal punto di vista occupazionale, con lo stesso settore dell’edilizia dove sembra essersi fermata l’emorragia di posti di lavoro», sottolinea Stefan Luther, direttore dell’Ufficio provinciale Osservazione mercato del lavoro. Un notevole contributo a questi numeri arriva dal settore alberghiero che vede 84 occupati in più, sempre luglio su luglio. «Il settore beneficia di una stagione che sta andando bene anche grazie al meteo, come allo stesso modo l’industria manifatturiera sta facendo registrare risultati incoraggianti», ancora Luther. Ed infatti la manifattura cresce ancora, come numero di occupati, con 285 unità in più,sempre mese su mese. «Nello specifico comparto stiamo tornano ai numeri che avevamo prima dello scoppio della crisi», evidenzia il direttore dell’Ufficio provinciale competente.

Tornando ai singoli settori danno segnali positivi, oltre a manifattura ed alberghiero, anche agricoltura, manifattura artigianale, commercio, trasporto e magazzinaggio, istruzione, sanità e servizi (esclusi lavoro a chiamata e settore domestico). «Il dato di luglio segna un’inversione di tendenza per il commercio, un comparto che negli ultimi mesi aveva denotato qualche problema in termini occupazionali», spiega Stefan Luther.

Al contrario, settori che hanno perso forza lavoro sono risultati nel luglio scorso le attività finanziarie e assicurative e la pubblica amministrazione.

Passando alle persone senza lavoro, i 9.616 complessivi sono rappresentati da 4.344 uomini e 5.272 donne. All’interno della quota complessiva 2.600 sono disoccupati cosìddetti di lunga durata, ovvero persone iscritte nelle liste di disoccupazione da più di 12 mesi, mentre 5.381 sono i cosìddetti «job ready»: iscritti alle liste di disoccupazione che cercano un lavoro e che sarebbero immediatamente collocabili sul mercato del lavoro. Questo numero non comprende ad esempio le iscrizioni per cause di maternità, disoccupati stagionali, disabili o disoccupati in attesa di pensione.

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