Occupazione, in 7 anni crescita del 4,1%

In Alto Adige, dal 2008 ad oggi, sono stati creati quasi 10 mila posti di lavoro in più. Pan: merito delle imprese esportatrici


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Mentre nel resto d’Italia la crisi ha cancellato quasi un milione di posti di lavoro, in Alto Adige il numero degli occupati è cresciuto del 4,1% rispetto al 2008 con un aumento di circa 10 mila unità (da quell’anno al primo trimestre 2015). In nessuna regione o provincia autonoma si è fatto altrettanto nel medesimo periodo. Ed anche i dati, usciti ieri, in tema di occupazione a livello nazionale indicano la difficoltà a creare posti di lavoro nel Belpaese.

«Se il nostro territorio ha resistito meglio di altri alla crisi, il merito è soprattutto delle imprese esportatrici», sottolinea il presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Stefan Pan (Pan Surgelati Srl). I dati Istat parlano chiaro: tra l’inizio della crisi ed il primo trimestre 2015, l’export altoatesino è aumentato del 28,8 per cento, una crescita che in Italia è seconda solamente a quella messa a segno dalla Liguria. «Questi numeri dimostrano con assoluta evidenza come la competitività internazionale delle imprese rafforzi il territorio. Le aziende locali sono state veloci a reagire alla crisi del mercato interno trovando nuovi sbocchi. In particolare, è aumentata la quota di esportazioni al di fuori dell’Unione europea, che costituisce ormai il 30 per cento del totale. Considerando che oltre il 90 per cento della crescita mondiale avviene ormai al di fuori dell’Europa, questa quota è destinata a crescere ulteriormente nei prossimi anni», sottolinea Pan. Alla luce del legame diretto tra capacità delle imprese di competere sui mercati internazionali e creazione di nuovi posti di lavoro, il presidente di Assoimprenditori evidenzia la necessità di agire soprattutto sui fattori competitivi strategici relativi a carico fiscale, costo dell’energia ed efficienza della pubblica amministrazione. «Gli interventi relativi ad Irap e Irpef hanno già dato i primi segnali positivi: vanno resi strutturali e accompagnati da ulteriori interventi, primo tra tutti un alleggerimento dell’Imi per le attività produttive», evidenzia Pan in merito alla pressione fiscale.

I costi dell’energia per le imprese sono più alti di circa il 30 per cento rispetto ai concorrenti di oltre confine. «La politica energetica altoatesina deve essere orientata al vantaggio di famiglie ed imprese», chiede il presidente di Assoimprenditori. Per quanto riguarda l’amministrazione pubblica, un’importante occasione sarà offerta dalle nuove leggi in materia di appalti pubblici e urbanistica. «Permettiamo alle imprese di lavorare concentrandosi sull’innovazione invece che sugli oneri burocratici», è la conclusione degli imprenditori.













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