Occupazione, la scossa la danno i «nuovi italiani»

Nuove statistiche inquadrano tutti gli stranieri: compresi quelli con cittadinanza Così nel 2013 gli occupati, al netto dei naturalizzati, sono cresciuti del 3,2%


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Le naturalizzazioni di stranieri mettono in difficoltà le statistiche sul mercato del lavoro. In Alto Adige circa 5 mila cittadini stranieri hanno ottenuto negli ultimi 10 anni la cittadinanza italiana per motivi di residenza, matrimonio o perché figli minori di chi l’aveva già chiesta ed ottenuta. Il fenomeno sociale risulta avere un particolare impatto sulle statistiche occupazionali suddivise per cittadinanza, visto che circa un terzo delle naturalizzazioni ha interessato persone attive sul mercato del lavoro: da un lato riduce il numero degli occupati stranieri, dall’altro incrementa il numero degli occupati italiani senza che però sia cambiata la loro condizione occupazionale - tema principale nell’ultima analisi del mercato del lavoro fatta dall’Osservatorio provinciale - ma solo per effetto di una modifica dello status di cittadinanza.

Infatti, confrontando le statistiche del 2013 con quelle dell’anno precedente, a fronte di un numero di stranieri residenti sostanzialmente invariato, si contano 784 occupati italiani residenti in più. Circa metà di questa variazione è dovuta però alle naturalizzazioni avvenute nel frattempo. In altre parole se tra il 2012 e il 2013 non vi fossero state naturalizzazioni, allora dalle statistiche risulterebbe una variazione degli occupati stranieri residenti pari a più 449 unità mentre quella degli occupati italiani residenti di più 383 unità.

Pertanto, la variazione in termini percentuali per gli stranieri non sarebbe +0,3%, ma - calcolata al netto delle naturalizzazioni - risulterebbe più forte: +3,2%. Analogamente per il numero di occupati italiani residenti la variazione osservata del +0,5% diventerebbe, al netto delle naturalizzazioni, un più modesto +0,3%.Questa duplice lettura delle statistiche distinte per cittadinanza è dovuta al fatto che il confronto temporale dell’occupazione confonde in un unico dato sia variazioni delle condizioni occupazionali sia variazioni dello status di cittadinanza. Mentre in passato l’effetto dell’acquisizione della cittadinanza italiana nei confronti temporali era trascurabile soprattutto per via del minor numero di naturalizzazioni, negli ultimi due anni ha iniziato ad incidere in maniera anche significativa sulle analisi statistiche, soprattutto se riguardano lavoratori residenti.Concretamente, tra il 2012 e il 2013, il fenomeno delle naturalizzazioni ha comportato una riduzione del 2,9% nel conteggio di occupati stranieri residenti ed un incremento di circa lo 0,3% per quanto riguarda gli occupati italiani. Ciò significa che il confronto italiani-stranieri sulle variazioni percentuali deve’essere corretto in media di 3,2 punti percentuali. In alcuni casi può rendersi necessaria una correzione anche superiore a 5 punti percentuali, in altri casi la correzione è quasi nulla. Prendendo il settore manifatturiero come esempio - nel quale si osservano +0,7% occupati italiani in più rispetto l’anno precedente e -2,4% occupati stranieri in meno - la differenza di 3,1 punti percentuali (a favore degli italiani) va corretta tenendo conto del fenomeno delle naturalizzazioni di 4,2 punti percentuali. Il tal modo la differenza tra gli italiani e gli stranieri diventa di 1,1 punti percentuali, questa volta però a favore degli stranieri.

Osservando le variazioni occupazionali contenute nella pubblicazione della Provincia in questa differente ottica, ovvero al netto delle naturalizzazioni, risulta che l’unico settore dove l’occupazione per gli stranieri residenti è diminuita è quello dell’edilizia e non anche ad esempio il settore manifatturiero.













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