«Per battere la crisi bisogna unire le forze sindacati compresi»

Il presidente Duzzi: positivi gli sforzi della giunta provinciale «In futuro si potrebbe pensare ad una fusione con la Swr»


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Un anno intenso per gli operatori economici dell’Useb. In futuro l’intenzione è quella di mettersi in rete con tutte le forze sociali, sindacati compresi. «La collaborazione a tutti i livelli è necessaria per fare squadra, per questo l’invito è stato rivolto anche ai sindacati, i cui segretari erano presenti alla cena di fine anno», sottolinea il presidente Dado Duzzi. L’obiettivo, ambizioso, è quello poi di mettere sulla stessa barca le due associazioni che raccolgono imprenditori di commercio, artigianato e industria del mondo italiano e del mondo tedesco. «Perché non arrivare ad una fusione tra Useb e Swr», si chiede Duzzi.

Quest’ultimo ricorda quanto l’associazione ha fatto nell’anno che sta per terminare. «Un 2014 di cambiamenti, con la nuova giunta provinciale, le difficoltà di una crisi che va avanti da anni, le proposte di cooperazione tra tutti i soggetti del mondo economico e gli incontri con esponenti di Palazzo Widmann».

Poi le tematiche che stanno a cuore agli imprenditori. «La nuova impostazione del fondo di rotazione e le opportunità per combattere la mancanza di liquidità che frena il circuito economico locale, senza dimenticare la burocrazia: a livello quotidiano e soprattutto le difficoltà nell’accesso al credito, con sempre più imprese e privati che si rivolgono agli istituti austriaci, più flessibili, più veloci, meno costosi. Questo è un brutto segnale per le banche e l’economia locale», sottolinea Dado Duzzi.

Gli operatori economici chiedono alla politica di fare di più in merito agli appalti (servizi compresi) alle ditte locali. «Bisogna puntare sulla qualità delle ditte altoatesine», afferma Duzzi. L’Useb si dice favorevole ad una riduzione della spesa pubblica nel settore sanitario, mantenendo invariata la qualità, mentre viene posta fiducia nel Comitato di verifica della spesa pubblica pronto ad essere costituito. Infine i fondi europei Fse. «La situazione è bloccata e ci sono meno risorse per il territorio, con la necessità di modificare l’attuale stato delle cose», chiude Duzzi.













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