BOLZANO. La Cna/Shv vuole prendere per mano le Pmi e portarle nel futuro utilizzando la digitalizzazione e servizi mirati ai piccoli imprenditori. L’associazione compie quest’anno quarant’anni che coincidono anche con l’apertura della sede di San Michele all’Adige, in Trentino, il prossimo 14 febbraio. Gli artigiani Cna iniziano così il nuovo anno con la consapevolezza di aver seminato bene, cento i nuovi soci del 2015, ma i nuovi obiettivi vanno oltre.

«Si può crescere senza dover necessariamente diventare grandi, non esistono solo le industrie, abbiamo 13.428 aziende artigiane che danno lavoro a 15.000 persone e 10.513 imprese nei servizi con oltre 22.000 dipendenti», evidenzia il presidente del Cna-Shv Claudio Corrarati spiegando ieri, insieme al segretario Pino Salvadori, i contenuti del programma dell’associazione per il 2016, presso la sede del Centro gomme Bolzano Stg. Fra questi: un nuovo sistema di comunicazione multimediale, migliore formazione tecnica e informativa per gli imprenditori e i collaboratori, una formazione continua con le risorse di Fondoartigianato e una diversa opportunità per l’export.

Per le aziende diventa fondamentale modernizzare i sistemi ma anche i contratti. Il Jobs Act sta facendo qualcosa, ma non è in grado di incidere fortemente sul mercato del lavoro, soprattutto per le piccole imprese e anche per questo, nel processo di digitalizzazione futura, la Cna punta anche sul capitale umano. «È inutile avere le migliori attrezzature se poi chi ci sta dietro non è competente - spiega Corrarati - più le aziende sono piccole più diventa importante il capitale umano. Questo è un valore aggiunto e la vera sfida del domani, riqualificare le nostre maestranze rendendole pronte alla qualità che sarà sempre più indispensabile». Nasce per questo il progetto del libretto formativo digitale? «Certamente, per mantenere e riqualificare l’aspetto formativo è indispensabile monitorare le conoscenze e le competenze».

È un fiume in piena Claudio Corrarati, ben consapevole di quello di cui i suoi associati hanno bisogno. «Tutti parlano di export ma bisogna comprendere - continua - che la maggior parte delle aziende in Alto Adige, e lo dicono i numeri, non è in grado di ampliare la propria struttura per dedicarsi all’export ma nonostante questo gli imprenditori vogliono continuare a crescere. Noi li aiuteremo in questo processo, con una serie di servizi che li faranno restare all’avanguardia e useremo la digitalizzazione. Visto che su 47.000 aziende in Alto Adige solo 2.300 fanno esportazione ma il 90% del fatturato è dato da sole 236 grandi aziende, noi abbiamo pensato a una soluzione diversa per l’artigianato». Cna ha fatto una convenzione con Amazon e Google e «per noi sarà il “sesto continente”, il mondo virtuale online dove tutti comprano molta merce e fra questa anche quella artigiana. Le nostre imprese infatti non devono crescere a livello di dimensioni ma di tecnologia e di digitalizzazione, anche con l’e-commerce».

«Il miglior contributo che si può fare alle imprese è quello di ridurre la pressione fiscale e la burocrazia - conclude Corrarati - la pressione complessiva adesso raggiunge il 62% e siamo oberati da carte che non hanno senso; anche Bruxelles ha preso la strada dell’autocertificazione ma in Italia siamo sempre in ritardo. Anche l’accesso al credito è un problema, negli ultimi 7 anni c’è stata una riduzione del 27%, dobbiamo ripensarlo introducendo microbond e crowdfunding».