BOLZANO. Una stangata da 26,3 milioni di euro al pianeta del credito cooperativo altoatesino. È il totale della sanzione decisa dall’Antitrust nei confronti di Federazione, Cassa centrale e 13 Casse Raiffeisen della provincia di Bolzano per un’intesa sui tassi dei mutui. L’accusa è quella di aver formato un «cartello» a danno della clientela. Sempre in tema, c’è anche una sanzione da 600 mila euro per la Federazione trentina della cooperazione, per un’altra intesa restrittiva in violazione della concorrenza. Ma la «pena» a carico degli altoatesini è decisamente più alta, come si evince anche dalla tabella qui a fianco.

A scatenare il procedimento era stata una segnalazione all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, effettuata nel dicembre 2013 da parte del Centro tutela consumatori utenti (Ctcu) di Bolzano, che, in occasione di un raffronto dei mutui praticati da Banca Popolare dell’Alto Adige, Cassa di Risparmio di Bolzano e alcune Casse Raiffeisen, aveva rilevato uniformità nella definizione dei prezzi: tutte le banche oggetto del sondaggio avevano, infatti, comunicato l’applicazione di un tasso d’interesse minimo del 3 per cento. Il Ctcu aveva tratto la conclusione che tale tasso minimo potesse essere frutto di un accordo tra le banche e, di conseguenza, l’Antitrust aveva avviato nei confronti delle banche citate un’indagine, estesa a inizio 2015 anche alla Federazione cooperative, alla Cassa centrale ed a 14 Casse Raiffeisen. Non sono stati trovati riscontri all’accusa di accordo tra istituti bancari, mentre l’Autorità, presieduta da Giovanni Pitruzzella, ha accertato anomalie solo all’interno del pianeta Raiffeisen. Alla Federazione cooperative, alla Cassa centrale ed a 13 Casse Raiffeisen - quella di Renon è uscita «pulita» dall’inchiesta - viene invece contestato ora uno scambio d’informazioni non conforme alla normativa antitrust, finalizzato al coordinamento della politica commerciale e, pertanto, alla formazione di un “cartello”, in particolare, nella definizione dei prezzi dei mutui edilizi. A conclusione della sua istruttoria, l’Autorità ha accertato che la Federazione cooperative Raiffeisen, 13 Casse Raiffeisen (Casse Raiffeisen di Bolzano, Brunico, Lana, Valle Isarco, Merano, Castelrotto-Ortisei, Oltradige, Lagundo, Alta Valle Isarco, Tures-Aurina, Prato-Tubre, Nova Ponente-Aldino, Silandro) e Cassa Centrale Raiffeisen dell’Alto Adige «hanno posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza in violazione del diritto antitrust». «Questo accordo consisteva nel coordinamento delle politiche commerciali, anche attraverso lo scambio di informazioni sensibili (tassi di interesse e altre condizioni economiche dei finanziamenti), con l’obiettivo di limitare il confronto competitivo nel mercato degli impieghi bancari alle famiglie nella provincia di Bolzano», così il presidente Pitruzzella. L’intesa s’è protratta per un arco temporale di circa sette anni (2007-2014).

L’Antitrust ha accertato inoltre che «i comportamenti posti in essere dalla Federazione trentina della cooperazione, indicando alle Casse Rurali federate un tasso di riferimento per i mutui e limitando così il confronto competitivo nel mercato degli impieghi alle famiglie nella provincia di Trento, hanno costituito un’altra intesa restrittiva della concorrenza in violazione diritto antitrust, attuata tra novembre 2013 e dicembre 2015». E adesso a Roma, in sede di riforma nazionale della banche di credito cooperativo, sarà più difficile dimostrare che l’autonomia delle Raiffeisen porta solo a risultati positivi.