Software aperto, 24 ore per sviluppare un progetto

Da ieri un lavoro frenetico ed innovativo per sviluppatori e programmatori Ohnewein: «Poi chi vince avrà a disposizione una serie di servizi e consulenze»


di Renato Brianti


BOLZANO. Sesta edizione, avviata ieri, dell’Hackathon: un concorso di idee con tema principale gli «Open Data», l’utilizzo dei dati aperti collegato al nostro territorio, in grado di portare innovazione sostenibile. L'evento, che terminerà oggi pomeriggio, presenta un tema di base che in 24 ore deve essere sviluppato dai 12 team iscritti. Giovani e meno giovani utilizzano le proprie competenze e conoscenze per sviluppare un prototipo in grado di affascinare la giuria che al termine delle 24 ore non stop sceglie il progetto da premiare. Fondamentale arrivare al Countdown di oggi pomeriggio con un progetto di possibile sviluppo. Premi di questa edizione uno «study tour» a San Pietroburgo offerto dalla Cassa di risparmio, una campagna di crowdfunding per la ricerca di finanziamenti, proposta da Lvh/Apa o un servizio di incubazione del progetto all’Idm.

Tema di fondo, presso la sede di Idm, la tecnologia per la regione verde e come l’informatica può aiutare il nostro territorio. Criteri di selezione dei progetti, come funziona? «I team possono scegliere il percorso da seguire - esordisce Patrick Ohnewein (Idm) - indirizzandosi verso uno o più premi. Ad ogni premio è associato un sotto tema con dei criteri, ogni team può prendere la direzione più idonea al proprio prodotto. A questa edizione ci sono più di 40 partecipanti che arrivano da tutta Italia con studenti stranieri partecipanti al progetto Erasmus».

A cosa devono prestare particolarmente attenzione i partecipanti? «Il fulcro del progetto è la presentazione finale che dura soltanto tre minuti - continua Ohnewein - in quel poco tempo bisogna riuscire a convincere la giuria sul valore del proprio lavoro e sulle sue possibilità di sopravvivere. Il mio consiglio è sempre quello di controllare i profili dei giudici, che sono online, per capire verso che direzione si può andare. Bisogna convincerli della bontà dell’idea, dell’innovazione ma anche della sua fattibilità, i progetti non devono essere solo ipotetici, bisogna creare una sorta di prototipo funzionante e in 24 ore non è semplice». Sesta edizione che gioca al raddoppio: «Si vorremmo fare due edizioni all’anno perché abbiamo visto che una maggiore frequenza crea una maggiore comunità, i partecipanti ritornano più volentieri, perciò vorremmo fare un’edizione primaverile e una autunnale». Dei progetti usciti dalle precedenti edizioni qualcuno ha visto la luce? “È difficile fare un link singolo, ma sappiamo che diversi partecipanti o sono entrati in aziende o hanno portato avanti le loro idee. Nel concreto abbiamo anche qui all’Idm dei partecipanti che sono stati incubati, tipo la Pulslab, che ha prodotto una tecnologia per il pronto soccorso”. Voi come Idm vi prenderete cura di un vincitore: «Si, uno dei progetti oggi verrà inserito nei nostri spazi e riceverà tutti i servizi necessari per svilupparsi e potrà usare, per un anno, i nostri uffici e la nostra consulenza».

Considerando la tematica dell’evento il ruolo del leone fra i partecipanti lo giocano gli sviluppatori, i designer grafici e gli operatori di big data. Molti gli studenti universitari o i ricercatori alcuni dei quali profondi conoscitori del sistema Hackathon che viene riproposto in molte città. «Questo di Bolzano è l’evento meglio organizzato - racconta Stefano Branca di Portogruaro - ho partecipato ad altre due eventi a Milano e Vicenza con ottimi risultati ed è un sistema che fa crescere sia professionalmente che personalmente e l’interazione con i partecipanti è fondamentale per crearsi una rete».













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