Studenti universitari, promosso a pieni voti il tirocinio lavorativo

Nel 2015 hanno partecipato 366 giovani, tutti soddisfatti Per uno su tre si tratta di un potenziale canale per il lavoro


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Per uno studente su tre il tirocinio è un potenziale canale di accesso al mondo del lavoro. Con l’Alto Adige visto come una zona appetibile dal punto di vista del mercato lavorativo. I 366 tirocini svolti dagli studenti unibz nel corso del 2015 sono stati ampiamente valutati dagli stessi nella rilevazione svolta dall’Istituto promozione lavoratori (Ipl) in cooperazione con l’Ufficio tirocini & placement dell’unibz. Il tasso di risposta in questo quarto anno di rilevazione ha raggiunto l’86,9%, una quantità di dati che permette di evincere molto sulla qualità dei tirocini svolti.

La domanda classica posta sin dall’inizio della rilevazione nel 2012 è la seguente: «Gli studenti si sentono un tuttofare, una risorsa o piuttosto un peso per l’azienda?» «Sin dalla prima rilevazione emerge chiaramente che 9 studenti su 10 si percepiscono come una risorsa», sostengono i ricercatori dell’Ipl, Heidi Flarer e Werner Pramstrahler. In particolare ne è convinto chi studia Scienze e tecnologie. «Quest’anno abbiamo analizzato i risultati per la prima volta anche in funzione del luogo di svolgimento del tirocinio: gli studenti che hanno svolto lo stage nei paesi tedescofoni vicini danno voti decisamente alti», precisa Flarer.

Il 92,1% dei tirocinanti consiglierebbe la propria struttura ospitante, il 58,5% addirittura assolutamente. La rilevazione dell’Ipl conferma anche che nella maggior parte delle aziende si presta la giusta attenzione ai tirocinanti. L’88,7% indica di incontrare spesso il proprio tutor aziendale. Le indicazioni riguardo il clima di lavoro sono mediamente positive. In prima linea viene rimarcata la correttezza del trattamento (6,4 su una scala da 1 a 7), seguito dall’inserimento avvenuto senza problemi (6,1). Gli interessi dei tirocinanti trovano spazio (5,8) e idee proprie vengono considerate (5,9). Raramente gli studenti vengono sovraccaricati o viene loro richiesto di svolgere mansioni oltre le reali capacità. La possibilità di mettere in pratica quanto studiato sembra invece limitata con un voto di 3,6.

Nel caso della Facoltà di Scienze della formazione quasi tutti, molti anche della Facoltà di Scienze e tecnologie (74,2%) scelgono una struttura ospitante altoatesina, mentre gli studenti della Facoltà di Economia solo nel 37,6% dei casi. Gli studenti altoatesini sono particolarmente attratti dalle esperienze all’estero? «Ci ha molto sorpreso quanto gli studenti siano attratti dai Paesi limitrofi tedescofoni, ma ciò sembra riguardare in particolar modo gli studenti che vengono dal resto d’Italia», risponde Pramstrahler.

Generalmente però i tirocini non sono l’unica esperienza di lavoro degli studenti: quasi 6 studenti su 10 lavorano o lavoricchiano, soprattutto gli studenti di Scienze della formazione (70,1%). Infine, il 39,9% degli intervistati ha ricevuto un compenso per il lavoro da tirocinante, in particolare quelli della Facoltà di Informatica (53,3%), mentre ciò non vale per quelli della Facoltà di Scienze della formazione (20,7%).













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